Recensione: Chaospawner
Talvolta esaltati e talvolta clamorosamente stroncati, i Fiurach hanno lasciato al sottoscritto un senso abbastanza persistente di indifferenza. Trovo in questo Cd degli spunti che potrebbero essere parte di un capolavoro, ma altrettante parti così noiose da far passare alla svelta la voglia di riascoltare le 11 tracce. Il risultato: uno spreco di idee che se sviluppate in un altro contesto sarebbero state senza ombra di dubbio meglio valorizzate.
Innanzitutto definire il genere di riferimento è abbastanza difficile: si passa tranquillamente da parti Black ad altre più Death, senza mai abbandonare la melodia, protagonista indiscussa di tutto il lavoro. Non sono pochi neanche gli spunti presi dal Power, volendo ben vedere. Non ho indagato più di tanto sul concept dei testi, più per disinteresse che per altro, ma ha giudicare dal poco che ho letto credo sia meglio tralasciare… Per quello che riguarda i pezzi in sè, il Cd inizia piuttosto bene, con un buon ritmo e le prime tre tracce appaiono coinvolgenti a sufficienza per invitare l’ascoltatore a proseguire.
In particolare segnalerei “The Rebirth”, sicuramente il pezzo meglio riuscito di tutto Chaospawner: suoni impeccabili, atmosfere esaltanti e realizzazione sopraffina, sia per la tecnica indiscussa di tutto il gruppo che per la produzione comunque sempre buona. Questo brano riassume quello che secondo me i Fiurach dovrebbero sempre suonare per riuscire ad essere veramente convincenti. Invece già dalla traccia successiva (“Under The Triangle”) la qualità comincia a scendere: complici di sicuro anche alcune scelte che rimandano indirettamente alle peggiori cose fatte dai Cradle Of Filth.
Suonare questo genere, cercare di essere tutt’oggi epici, è una scelta molto difficile, soprattutto per il sempre crescente affollamento di gruppi tutti lanciati verso il medesimo obiettivo: riuscire a non stufare diventa l’impresa veramente epica… E se i Fiurach si dimostrano all’altezza del compito in alcuni frangenti, mi cadono clamorosamente con tracce scialbe come “The Hunt” per fare un esempio. Non necessariamente brutta, anzi! Però troppo piatta. Per non parlare poi di alcuni frangenti in cui il sestetto sembra voler solo dare esibizione di tecnica…
So di essere stato decisamente cattivo nei confronti di un album comunque non malvagio, ma quando sento un gruppo italiano la pignoleria si impadronisce di me: tutti parlano della scena italiana che non emerge, ma sarà sempre così finchè non ci saranno gruppi che davvero si spaccheranno la schiena e tireranno fuori le unghie per far presa sul mercato straniero. Lavori come questo non dubito che possano essere esportati, ma non contribuiranno certo a innalzare l’Italia ad un livello superiore rispetto a quanto non lo sia oggi.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Descent Of The Apocalypse Lords – Part 1
02. Descent Of The Apocalypse Lords – Part 2
03. The Rebirth
04. Enter The Triangle
05. With Doom…
06. Impaler’s Skullchalice
07. The Hunt
08. The Divine Sword Conquest
09. Om Mani Padme Um
10. Chaospawner – Part 1
11. Chaospawner – Part 2