Recensione: Chaostream
Un bel colpaccio per la Wicked World: la sottoetichetta della celeberrima
Earache Records non perde infatti l’occasione per accaparrarsi uno dei gruppi
più interessanti tra i molti che arrivano dalle lande polacche, e che stanno
dando vita ad una vera e propria scena con caratteristiche ben definite. Dopo
acts ormai celebri, per quanto giovani, come i Decapitated e gli emergenti Hate,
sono i Lost Soul, con questo Chaostream, a stupire con un
death metal quadratissimo, ma che riesce ad essere più dinamico di quello dei
compatrioti, pur mantenendo un’impronta tipica di quella zona.
Sonorità che su tutti scelgono i Deicide come proprio faro, quindi, ma
ampliando il discorso musicale in fatto di tempi (si va da ritmi
ultraveloci, in maggioranza, ad episodi sulfurei come la “morbidangeliana”
Christian Meat) e con la “solita” accoppiata tecnica/produzione,
che sta diventando un vero trademark per la Polonia, appunto; dopo le esperienze
pioneristiche di Vader e Behemoth, ormai produzioni così cristalline restano
appannaggio, molto spesso, proprio di quello che fino a non molti anni fa era un
paese relativamente secondario della scena metal.Ed anche qui la produzione non
è l’alibi per la mancanza di idee, anzi: le valorizza com’è giusto che sia.
Chiaramente non ci si può aspettare grande originalità da un gruppo che in 3
album, ed altrettanti contratti prestigiosi, ha sempre portato avanti una
vocazione al classicismo più totale, ma una prova più che interessante per gli
appassionati del genere: un gruppo passato forse un po’ troppo in sordina
sinora.
Sono potenziali hit come Mortal Cage, la citata Christian Meat
o la bella Angel’s Cry (no, gli Angra non c’entrano) ad evidenziare le
migliori qualità del combo, ma il tutto è amalgamato in modo piuttosto
omogeneo; pregio ed insieme limite del gruppo, che non brilla per la varietà
dei propri pezzi. Cosa che personalmente non mi infastidisce assolutamente, se
il risultato è una “botta” di queste dimensioni, dove ogni elemento
va al posto giusto.
In definitiva: un gruppo da valutare finalmente per ciò che vale, e che verrà
apprezzato sia da chi li conosce già, che non potrà non notare l’ennesima
prova di qualità, sia da chi non li ha ancora ascoltati, che troverà una
versione ancora più estrema degli Hate, con un solismo accentuato e
pezzi di ottimo livello.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Word Of Sin
2. Godstate
3. Death Crowns All
4. Shameful Race
5. The Hidden Law
6. Mortal Cage
7. Christian Meat
8. Angel’s Cry
9. The Birth Of Babalon