Recensione: Chaosvolution
Sembrerebbe più che altro una moda, quella di piazzare di fronte al microfono una female vocals che canti sia in growling sia in cleaning, su una base musicale di death metal melodico. Fra Arch Enemy, The Agonist e Bloodhunter, si inseriscono, difatti, gli Absalem, a rimpolpare una compagine che accomuna, comunque sia, elementi di gran classe e notevole duttilità. Il che riporta all’inizio del ragionamento, con la variante che detta ipotetica moda potrebbe trattarsi in realtà di una nuova vena artistica, indipendente dai successi raccolti in giro per il Mondo.
Gli spagnoli Absalem sono nati l’anno scorso ma è bastato ben poco per giungere al debut-album, “Chaosvolution”. Malgrado ciò, essi hanno già bene in mente quale sia il loro compito da svolgere, il loro stile da elaborare. È impressionante, cioè, notare quanto sia alta la professionalità di una band teoricamente alle prime armi; professionalità che si estrinseca mediante una perfetta abilità esecutiva che lascerebbe intuire di avere a che fare con una formazione d’annata.
Circostanza che si riflette anche nel songwriting, quasi a due facce contrapposte. Esempi ne sono l’opener-track ‘Deceiver’, estremamente dissonante e per nulla facile da digerire, e la successiva title-track ‘Chaosvolution’, nella quale la melodia fa la parte da leone. Due approcci distinti anzi antitetici che tuttavia, amalgamati, riconducono a una foggia musicale se non originale sicuramente rappresentativa in maniera univoca del marchio di fabbrica del quintetto di Salamanca.
Marchio di fabbrica che disegna un discreto muro di suono innalzato dal riffing delle due chitarre, sul quale svolge le proprie evoluzioni canore Gin che, rispetto per esempio ai conterranei Bloodhunter, inserisce il growling un po’ al secondo piano – lasciando peraltro scoperto il flavour femminile – rispetto alle clean vocals. Un aspetto che allontana gli Absalem dall’ambito death per avvicinarli a quello del symphonic metal. Malgrado ciò, l’impatto complessivo è senz’altro allineabile a quello del melodeath per cui, bene o male, il campo d’azione è quello corretto, ragionando sul melodic death metal (‘The Witness’).
“Chaosvolution” è un album parecchio lavorato, pieno di piccoli particolari armonici e canori da trovare con successivi passaggi che, come presumibile, avvicinano molto chi ascolta al cuore dell’album stesso. Con che assimilando, anzi inglobando, quelle strane discordanze che si rincorrono, sovrapponendosi, lungo tutta la durata del disco. Il quale trova probabilmente massima espressione emotiva nel singolo ‘The Forest’, il cui andamento rutilante e i riff progressivi delle chitarre lasciano il segno sulla pelle, così come il desueto – riferito all’ideale chorus della perfetta forma-canzone – refrain, assolutamente coinvolgente.
Ecco, la poca maturità del combo iberico è proprio qui, nella composizione, leggermente discontinua come intensità, migliorabile come melodiosità. Non si tratta di mancanze gravi anzi: gli Absalem hanno nelle loro corde tutto quanto necessario per fare davvero bene, e lo faranno.
Daniele “dani66” D’Adamo