Recensione: Charisma – 25 Years of Black Fire
Uscita nel 2009, ormai questa doppia raccolta dei Sabbat serve probabilmente solo per chi non ha mai avuto occasione di conoscere questa realtà giapponese, attiva dal lontano 1984 e che, a modo suo, ha detto qualcosa di rilevante nello sviluppo del black metal.
Infatti, occorre contestualizzare il sound dei Nostri nel periodo in cui iniziarono a muovere i primi passi, ovvero nella prima metà degli anni Ottanta appunto, e paragonare il loro estremismo sonoro con quello degli altri precursori del black-thrash più rinomati come, ad esempio, Venom, Possessed ed Hellhammer.
Ebbene in questa raccolta avrete un buon compendio di quello che sono stati i Sabbat, del loro suono che a tratti sembra “sgangherato”, soprattutto per la voce del singer Gezol, schizoide e allucinata e con un timbro che sa molto di “nipponico”, sia per timbrica, sia per accento. Sostanzialmente questi due cd simboleggiano il festeggiamento di un importante traguardo, ovvero i primi venticinque anni di carriera della band, la quale ha deciso di fare un regalo a se stessa e ai propri fan, con quello che potremmo definire un “The Best”. Nella prima parte, ovvero il primo dei due dischi, chiamato “Charisma”, la formazione ripercorre vari brani del passato, soprattutto estrapolando vari episodi dal loro full-length “Karisma”, mostrando una attitudine grezza e sguaiata, ma non per questo sgradevole o tecnicamente di basso livello.
Accanto ai vari spunti accostabili alla scena estrema degli Eighties, queste ‘quasi leggende’ mettono in mostra un gusto per la melodia che si esprime in un riffing che spesso sfocia in cavalcate e soli che potremmo associare all’Heavy Metal classico e alla NWOBHM in genere. Tanti sono i richiami alla vecchia scuola Metal, e i Sabbat hanno tutto il diritto di omaggiarla, anche perché nel loro piccolo, ne hanno fatto parte.
Nella loro carriera non sono stati molto prolifici, o meglio, hanno sfornato una serie interminabile di EP, split, compilation, ma i full-length arrivano solo a quota otto, l’ultimo partorito l’anno scorso e intitolato “Sabbatrinity”. Esaminando il secondo CD di “25 Years Of Black Fire “, potremmo definirlo come una sorta di tributo fatto da altri gruppi evidentemente a loro devoti, che ringraziano con una serie di cover di buona fattura, in cui figurano nomi come Battalion, Death Hammer, Holy Death, Stigma, Metalucifer, Superchrist, Mordant e Serpents Saints.
Tirando le somme di questo lungo viaggio all’interno della storia dei Sabbat, potremmo affermare che questo ensemble è sempre stato considerato come una formazione di culto, ma che ha saputo ritagliarsi un piccolo, ma apprezzatissimo seguito da parte di fan accaniti e gruppi che ne hanno capito le intenzioni e i meriti. La forza di questi giapponesi infatti, al di là della loro proposta sonora, che può anche risultare un po’ indigesta, è stata quella di mostrarsi sempre spontanei, perversi ed estremamente sinceri.
Consigliato a tutti quelli che volessero scoprire per la prima volta questa band, ma anche a quei fans che avranno piacere di sentire alcuni loro pezzi reinterpretati da alcune band di sicuro valore.
Sergio Vinci
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Tracce dischi:
CD 1 (“Charisma”):
1. Samurai Zombies
2. Harmageddon
3. Orochie
4. Valley Of Ogre
5. Den Of Hades
6. Okiku Doll Of The Devil
7. Japanese Revelation
8. Nekromantik
9. Black Magical Circle Of Witches
10. Seven Crosses Of Damnation
CD 2 (25 Years Of Black Fire”):
1. Black Fire (Sabbat)
2. Mion’s Hill (Batallion)
3. Black Metal Vulcano (Deathhammer)
4. Hellfire (Guerra Total)
5. Flower’s Red (Holy Death)
6. Satan Bless You (Körgul The Exterminator)
7. Kamikaze Bomber (Labatut)
8. Rage Of Mountains (Mordant)
9. Darkness And Evil (Serpent Saints)
10. Bird Of Ill Omen (Stigma)
11. Black Magical Circle Of Witches (Superchrist)
12. Bloody Countess (Japanese version) (Metalucifer)
Durata: 2 ore e 6 minuti
Formazione attuale:
Masaki “Gezol” Tachi: Voce, basso
Ishidamian: Chitarra, voce
Zorugelion: Batteria, voce
Chitarra:
Ozny (1984-1986)
Elizaveat (1984-1991)
Temis Osmond (1991-2005, anche Voce, Tastiere)
Batteria:
Valvin (1984-1985)
Shinji “Samm” Tachi (aka Gero) (1985-1990)
Session Musicians:
Shige: Batteria (1985)
Possessed Hammer: Voce (1989)
Barraveat: Chitarra (1989)
Shaxul: Voce (On “Sabbatical Magicrypt”)
Yohta Takahashi: Backing vocals (On “Sabbatical Magicrypt”)