Recensione: Checkered Past
Non l’avrei detto. Davvero non avrei scommesso che Phil Lewis e Tracii Guns avrebbero resistito più di un paio di album dopo la reunion del 2017: tanto sono litigiosi quei due. E invece ecco che ho tra le mani il terzo prodotto della nuova liason tra la coppia che fu in grado d’infiammare le notti selvagge della Los Angeles luminosa e decadente della seconda metà degli anni Ottanta.
Checkered Past è esattamente quello che potete aspettarvi dagli L.A. Guns: un bel disco di rock sporco, a tratti street (oggi, si direbbe sleaze), a tratti oscuro, ma sempre melodico e malato. La voce di Phil Lewis è rimasta stentorea quel che basta per rendere affascinante (e personale) ogni composizione della band; e la chitarra di Tracii Guns mantiene quel suono lurido che ha ammantato di sottile malvagità periferica i grandi dischi del gruppo. Ecco, Checkered Past riesce nella difficile impresa di non sfigurare al confronto con un Cocked & Loaded, che, pur restando irraggiungibile, non finisce per essere una fiamma lucente di un passato evocato e tristemente imitato da una band che è l’ombra di sé stessa. No: gli L.A. Guns del 2021 non suonano come epigoni di quelli del 1988, ma sono in grado di proporre musica convinta, dinamica e straordinariamente attuale.
Insomma, Checkered Past suona bene alle orecchie del rocker innamorato delle chitarre distorte sostenute a mezza gamba da musicisti tatuati e a continuo rischio di scoliosi. Potete cogliere a caso nel mazzo: finirete sempre bene. Vi capiterà d’imbattervi in brani tirati e deteriori, come Dog, Better Than You, That Ain’t Why o Cannonball (che è notevole), oppure nelle melodie dark e opprimenti di If It’s Over Now (un richiamo a un vecchio brano della band?) e Physical Itch, che è un non troppo velato omaggio addirittura ai Black Sabbath, o, ancora, in bluesacci strascicati come Bad Luck Charm. E, infine, non vi mancheranno le ballad, che in passato contribuirono al successo della band: se Get Along è più classica e ariosa, Let You Down trasuda oscurità e dolore, dimostrando tutta la maturità di Phil e Tracii.
Quando Checkered Past è finito, ho sentito la voglia di riascoltarlo: e non per doveri di recensione, ma per puro piacere. Gli L.A. Guns contemporanei sanno ancora emozionare, grazie a una proposta certo consolidata, ma sufficientemente varia da risultare attraente anche all’ascoltatore distratto dallo skip facile. Non capita spesso: ed è bene approfittarne. Aspettiamo Phil e Tracii sotto il loro palco, con il rosseto slabbrato e il chiodo sgualcito: sono sempre la colonna sonora migliore delle nostre serate più selvagge.
