Recensione: Chemical Defection
Dopo un travagliato periodo di stop fra la stampa e la promozione, giunge nelle mani di chi vi scrive “Chemical Defection”, secondo full-length dei connazionali Acrylate. Il disco, registrato presso gli Zenith Recordings Studio di Lucca nel settembre dello scorso anno, è frutto della masterizzazione di Mika Jussila nei Finnvox Studios di Helsinki. Considerato, inoltre, che è stato ben curato anche l’aspetto grafico con il dettagliato booklet completo di testi, ciò che si può fisicamente toccare è un prodotto dal taglio professionale che, una volta di più, fa onore al metal nostrano.
Gli Acrylate fanno thrash, di quello classico, magari spruzzato qua e là di ataviche reminescenze speed metal. Lo stile risente molto, peraltro, degli insegnamenti-base in materia di heavy metal; così come suonato nella prima metà degli anni ’80. Non si tratta di un’arcaica concezione ancorata a un modo di ‘vedere’ la musica al di fuori dello spazio e del tempo. Tutt’altro, il sapore vintage che connota “Chemical Defection” è frutto di un evidente retroterra culturale posseduto dal trio calabrese in tema di metal visto a 360°.
La resa armonica del disco è immune da critiche negative, pertanto si presta a essere cannibalizzata per godere appieno del contributo di ogni singola parte che la compone. È quindi facile comprendere il lavoro svolto dalla chitarra di Max Frasca, dal basso di Gaetano Lombardo e dalla batteria di Luca Panebianco. Una sensazione di ordine e pulizia che non inficia per niente quella derivante dal forte impatto acustico che i Nostri riescono a produrre.
Benché i crotonesi si siano formati solo sei anni fa, la personalità del progetto Acrylate appare già formata, adulta in quella sicurezza dei propri mezzi che solo gli ensemble talentuosi e affiatati possiedono. In particolare, è molto caratterizzante la voce di Frasca, isterica sino al parossismo nel suo furibondo screaming – anche se, alla lunga, può portare a un po’ di stanchezza. Siccome si può trovare qualche analogia le linee vocali della scuola Necrodeath-Schizo, viene da pensare che il thrash italiano abbia sviluppato in questo uno stile autonomo che, lungi dall’imitare pedissequamente i modelli stranieri, dia ancor più dignità alla tradizione consolidata del thrash tricolore.
Il songwriting si dimostra solido e maturo, capace di mantenersi uniforme lungo la durata del lavoro. Se lo stile è stato fissato, la varietà ritmica di Panebianco consente agli Acrylate di giocare con la fantasia, evitando di proporre – nel caso – battute uguali a se stesse, destinate inevitabilmente ad annoiare. “Chemical Defection”, invece, scorre via con piacere, nella sua bilanciata e accattivante mistura i cui ingredienti sono la potenza e la musicalità. Una via di mezzo che, come si leggerà più avanti, rappresenta nondimeno il tallone di Achille dell’Acrylate-sound.
Fra i brani si possono evidenziare la rutilante “Evilhand”; “Antology Of Slaughter”, per il suo stupendo incipit arpeggiato che fa da apripista a un main riff altrettanto azzeccato (che ricorda vagamente quello leggendario di “Powergame”, Tokyo Blade, 1983); la violentissima “Atomic Chaos” (blast beats docet…) e la tetra “Black Fog”. Con che, il resto non è certo da buttare!
A “Chemical Defection” manca, però, quel ‘qualcosa in più’ che lo faccia emergere con decisione dalla bruma delle proposte che affollano la parte mediana del mercato. Si tratta di far maturare ulteriormente l’indubbia bravura presente nelle mani e nelle teste degli Acrylate poiché, alla fine, si tratta ‘solo’ di osare con più decisione in una direzione ben specifica. Quella dell’heavy tradizionale, oppure quella del thrash oltranzista. Le potenzialità, per entrambe le opzioni, ci sono.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Red Snake 4:31
2. Fight The Pain 3:40
3. Chemical Defection 4:19
4. Evilhand 5:05
5. Antology Of Slaughter 5:10
6. Atomic Chaos 3:25
7. Foul Play 3:07
8. S.S. 106 (The Killing Road) 4:36
9. Black Fog 3:51
10. Sound & Fury 5:02
11. Acrylate 4:38
All tracks 47 min.
Line-up:
Max Frasca – Voice & Guitars
Gaetano Lombardo – Bass
Luca Panebianco – Drums