Recensione: Children Of The Night/The Call [Vinyl 12″]
I Mugshots del “nostro” Mickey E. Vil compiono vent’anni di onorata milizia nel campo dell’hard. Galeotta fu una vacanza in quel di New York City da parte sua nel 2001, quando venne folgorato sulla via di Damasco (o più probabilmente sulla Broadway) e gli balenò l’idea di dare il via a una band di dark hard rock prendendo spunto da un disco di Alice Cooper per la scelta de nome.
Da allora di acqua sotto il ponte di Brooklyn, ma anche all’interno dell’alveo del fiume Oglio, ne è passata parecchia e i Mugshots si sono cavati le loro porche soddisfazioni: album, Ep, singoli, partecipazioni a progetti importanti, collaborazioni con personaggi di altissimo profilo e qualche concerto ad hoc.
Il 2021, in attesa dell’uscita di un nuovo full length attualmente in lavorazione, viene celebrato, così come il ventennale, con un vinile 12“ limitato a 300 copie contenente solamente due brani, sotto l’egida della Minotauro Records. Un’operazione d’altri tempi, dalla pigmentazione fottutamente anni Ottanta e proprio per questo particolarmente arrapante.
La formazione schiera: Mickey E. Vil (tastiera e voce), Henry Lee alla chitarra, Priest all’altra chitarra, Erik Stayn (tastiere), Eye Van (basso), Gyorg II alla batteria.
La side A si apre (e si chiude) sulle note di “Children Of The Night”, non una cover ma un inedito scritto da Mickey. Trattasi di pezzo dall’allure Dark in stile Death SS ultimo corso, con la componente nera stemperata grazie ad un opportuno tappeto di tastiere e al cantato di Mr. E.Vil che accompagna come si deve l’incedere di un pezzo semplice ma che resta ben ficcato in testa, cosa non da poco. Da segnalare il pregevole assolo di Mantas dei Venom a metà brano, che è sempre un piacere sentire.
Diverso il discorso per la side B, che è totalmente occupata dalle note di “The Call”, cinque minuti scarsi di melodia applicata a una pièce sì solenne ma che va a pescare in certuni passaggi New Wave anni Ottanta riuscendo, anche in questo caso, nell’intento: colpire l’attenzione, farsi riascoltare, suscitare interesse. A impreziosire il tutto la presenza di Attila Csihar dei Mayhem in veste di voce narrante dei versi scritti dal leggendario poeta inglese William Blake, sciorinati sul finire del pezzo. Diabolical screams ad appannaggio di Noctuaria e Mortifero dei black’n’doomster toscani Nebrus.
Due soli pezzi ma scritti bene e accattivanti: se queste sono le premesse per il prossimo Lp, come si dice a Brescia e dintorni, an ghé sè (ci siamo, in Italiano).
Stefano “Steven Rich” Ricetti