Recensione: Chronicles Of Men

Di Riccardo Angelini - 12 Ottobre 2009 - 0:00
Chronicles Of Men
Band: Prospect
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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55

Il nome dei Prospect giungerà probabilmente nuovo alle orecchie del pubblico italiano, ma in Slovenia gira da un pezzo. La band nasce nel ’91 ma completa il primo full-length (autoprodotto) solo nel 1999. Qualche cambio di line-up e tre anni più tardi il secondo album, foriero di ulteriori soddisfazioni, con date di spalla a Paul Di’Anno, Agent Steel, Exodus, Nuclear Assoult e persino Queenrÿche. Sua anche la firma sull’inno ufficiale del Metalcamp.

Credenziali di un certo rilievo che presentano ‘Chronicles Of Men’, terzo episodio della discografia  Prospect, primo a ricevere una distribuzione di rilievo internazionale. L’album è una dichiarazione di fedeltà alla vecchia scuola, con forti richiami a Fates Warning e Dream Theater oltre che al heavy classico ma evoluto di Queensrÿche e Iron Maiden. Non è del resto ormai insolito questo revival del prog anni ’90, recuperato e in qualche caso mai abbandonato da quelle formazioni che non lo interpretano tanto come avanguardia sperimentale del genere, bensì come forma evoluta e contaminata – ma ancora fedele alla tradizione – del classico hard n’ heavy. La partita si gioca quindi sul terreno del songwriting. Dalla loro i Prospect hanno mezzi tecnici apprezzabili, soprattutto sull’asse basso/batteria, e un cantante di talento come Robi Grdič, forte di un timbro duttile e potente. Intelligente la scelta di tenere la maggior parte dei brani fra i tre e i cinque primi, più avventata quella di inserirne dodici, di qualità altalenante. Le cose migliori arrivano quando la band picchia duro: sono esempi ‘My Numbers’, tiratissima e dotata di buoni spunti strumentali, al di là del refrain non perfettamente riuscito, la strumentale ‘Midnight Thought’ (ottime chitarre e basso, più semplicione le tastiere) e la vitaminica ‘Into The Light’, con le sue vigorose impennate anni ’80. La porzione centrale della scaletta fa invece segnare diversi passaggi a vuoto, come la sguaiata ‘Killing Degree’ e ‘White Bird’, che denuncia una certa impasse melodica nei momenti più atmosferici.

Quando però si tratta di pagare i debiti compositivi accumulati nel corso della tracklist, il conto si fa salato. Fortissime le influenze di Tate e soci sulla ballad ‘Find The Silence’, meno evidenti ma altrettanto profonde quelle di Matheos sull’opener ‘Mystic & Illusion’ e sulla title-track stessa. Manca del resto il brano-killer, quello capace di identificare da solo il sound della band e di farsi ricordare a distanza di tempo.

Al di là dell’apprezzabile sforzo compositivo, ‘Chronicles Of Men’ si farà dunque apprezzare prevalentemente dalla vecchia guardia e da chi sente nostalgia del prog della scorsa decade. Ma considerata la quantità e la qualità media delle proposte che si sono accumulate fino a oggi nel settore, la strada per i Prospect è ancora tutta in salita.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. Mystic & Illusion
2. Chronicles Of Men
3. My Numbers
4. My Personal Demons
5. Find The Silence
6. Killing Degree
7. Into The Light
8. White Bird
9. Control
10. Midnight Thought
11. The Trace Of Sun
12. Xxx

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