Recensione: Circle II Circle
Torna alla ribalta Zak Stevens, dopo il doloroso ed inatteso divorzio dai Savatage, in quanto il cantante, da ormai 8 anni con la band dei fratelli Oliva, sentì di dover prendere una pausa, per ricongiungersi alla sua famiglia. Dopo un pò il vocalist però ebbe il bisogno di tornare sulle scene, e dopo numerosi discorsi col suo mentore Jon Oliva, che in pratica lo aveva scoperto, decise di mettersi al lavoro, con benedizione e aiuto dello stesso Jon, nel progetto “Circle II Circle”. I lavori iniziano nel 2001, e dopo 4 demo esce sul mercato (in data 28 aprile 2003), il primo album, chiamato
appunto “Circle II Circle”.
Il disco a primo acchito sembra molto buono, e dopo più ascolti non fa altro che confermare le mie aspettative, che in Zak sono sempre state molto elevate. Musicalmente i compagni di Stevens (i chitarristi Matt LaPorte e John Verner, il tastierista John Zahner, il bassista Kevin Rothney e il batterista Chris Kinder) sono molto validi, e accompagnano il singer in grande stile, molto melodico ma con la giusta e sanissima dose di metallo, che ricorda molto, ovviamente, lo stile degli stessi Savatage dell’era Stevens. Gli strumenti accompagnano in maniera regale la voce del cantante , sempre intonata, pulita ed espressiva in maniera da temere pochi rivali nel campo puramente fonico. “Circle II Circle” contiene 10 tracce,
che, ognuna a suo modo, rappresenta una piccola gemmina di musica, cosa non facilissima per una band all’esordio, e che potrebbe fare davvero bene, in futuro, se si mantiene su questi livelli.
Il promo si apre con una verione alternativa di “Watching in Silence”, probabilmente la canzone più bella del disco, per come inizia e come si
articola nei suoi 4 minuti e mezzo. Partenza con un ottimo e suadente pianoforte, che accompagna decisamente bene la voce di Stevens, che ci porta alle vere esplosioni del pezzo, ovvero i refrain, dai riff quadratissimi
ma molto molto melodici, e una vocalità decisa e aggressiva, pur rimanendo molto pulita. Nel complesso mi pare di ascoltare quasi una piccola “Edge of Thorns”, nello stile e nelle ritmiche. Chiaro l’originale è tutta altra cosa, ma questa “Watching in Silence” si difende davvero molto bene.
Seconda traccia del CD è “Out of Reach”, composta in parte dal chitarrista dei Savatage Chris Caffrey, e che parte subito in maniera decisamente Heavy. Gran ritmo e ottimo lavoro delle chitarre, sia elettrica che ritmica. Buon cantato, e song molto più diretta della precedente, un pò inferiore a mio avviso, ma che si articola alla grande nella sua maestosità. Medesimo copione per “Sea of White”, dal basso molto cupo e presente, così come le chitarre che si producono in riff molto bassi e sonori. Ancora buono Steve,
soprattutto nel refrain, mentre nelle strofe mi sembra un pò fuori dagli schemi, non come voce, beninteso, quanto come timbro, che secondo me è un po’ troppo differente rispetto alle tonalità assunte dagli strumenti.
Splendido l’inizio di “Into the Wind”, dotata di una coinvolgente e accattivante melodia di base, sulla quale ricamano sopra la voce (eccezionale in tutti i frangenti), e le chitarre, che passano all’esagerazione (in positivo) per l’energia che sprigionano nel ritornello. La scala musicale usata ritorna ad essere quella di Watching, che poi è quella che si lega davvero meglio alla voce di Zak. Bellissimo pure l’assolo, seppur non tecnicissimo. E proprio Watching in Silence ritorna nella sua versione studio al posto numero 4 della tracklist vera e propria. Le differenze con quanto già detto per la versione “Club” presente sul promo sono davvero minime, quindi non mi ripeto e passo subito a “Forgiven”, che si presenta per mezzo di un pergevole arpeggio di chitarra, sul quale poi si sovrappone tutta la parte musicale, lenta e quadrata ma che non storpia il pathos della canzone, davvero buona per scelte tecniche e compositive. Molto azzeccato anche il pianoforte che si sente di tanto in tanto e splendida conclusione della traccia, che fa spazio alla opprimente (nel senso che non è veloce, ma trascina l’ascolatore con non comune frenetismo) “Lies”.
Spettacolari i riff di apertura, e tutta la musica in generale, ma voce un pò bassa e che secondo me non rende come potrebbe, pur essendo ottima. Ottimo assolo per forse è la canzone più dura del disco, pur non essendo in generale un rasoio. “Face to face” segue più o meno i medesimi schemi di Watching in Silence, Forgiven e Into the Wind, quindi molto melodica e
frequenti tocchi di classe delle chitarre. Non c’è molto altro da dire su questa peraltro bella canzone, se non che crea un pò più suspence delle track alle quali l’ho paragonata, quindi passo a parlare di “Walls”, terzultima traccia di questo Circle II Cirlce, che va pian piano concludendosi. Poche ciance, Walls è fantastica, lenta, emozionante, con Zak che canta, accompagnato dalla tastiera di John Zahner e dalla chitarra ritmica, una ballata di grande grande impatto emotivo e piena di buone speranze. Non sembra nemmeno Metal, ma va ascoltata più e più volte, così come va ascoltata anche “The Circle”, botta di metallo infuso, con riff taglienti, voce carica di aggressività, ma nel complesso canzone che non mi convince al 100%, forse perchè durante l’ascolto del disco sono stato abituato a molto di meglio. L’assolo comunque è di alto livello, e risolleva parzialmente il pezzo, che però rimane a mio gusto il peggiore del disco. Disco che si conclude con un altra melodia di piano, che ci porta subito nel cuore di “Fields of Sorrow”, altra mezza lenta fatta davvero bene e che impreziosisce un disco, che per essere un esordio è davvero da ricordare.
E’ vero le influenze Savatage sono molto forti (e come potrebbero non esserlo, con Caffrey che ha composto in parte 4 song e Oliva altre 4),
ma Zak può ritenersi fiero del suo lavoro. Chissenefrega se è simile ai Savatage, tanto meglio, garanzia di qualità assoluta. Da comprare.
Riccardo “Abbadon” Mezzera
Tracklist :
1)Watching in Silence (club/radio)
2)Out of Reach
3)Sea of White
4)Into the Wind
5)Watching in Silence
6)Forgiven
7)Lies
8)Face to Face
9)Walls
10)The Circle
11)Fields of Sorrow