Recensione: Circles Of Butterflies
Tanto insolita quanto apprezzabile la prima uscita dei Pedestrians Of Blue. La Norvegia non è certo famosa per i dischi progressive rock prodotti, tuttavia questi due giovanissimi ragazzi sono riusciti a mettere in piedi un lavoro degno di nota. Dalla costa est di questo freddo paese del Nord Europa, precisamente dalla città di Haugesund, giungono effervescenti Johannes Stole cantante/tastierista ed il chitarrista Torfinn Sirnes: il disco è stato registrato con rara maestria avvalendosi del grande talento di un batterista come Kjetil Lundo e grazie al supporto di una sala registrazioni di proprietà dei ragazzi. Non ho informazioni riguardo l’autore della parte di percussioni e batteria, devo dire che il suono spesso fumoso dei piatti mi ha fatto pensare non poco all’utilizzo di qualche accorgimento campionato, per il resto tutto scivola liscio come l’olio nelle mie orecchie. Passiamo ai discorsi veramente importanti adesso e andiamo a parlare di un lavoro che fa discutere ancora oggi dopo la sua uscita nell’estate del 2002, già perchè viste le reazioni della critica Stole e Sirnes si sono organizzati, hanno appena finito di completare la propria formazione con nuovi componenti e promettono di farsi vivi per la fine del 2003. Fossi in voi, mi terrei pronto per l’evento.
Preciso come un orologio svizzero, il gruppo norvegese si presenta puntuale all’appuntamento con il successo sfoderando un cantante da considerarsi a mio modesto parere tra le rivelazioni progressive degli ultimi tempi. Una voce pulita che riesce ad accostare a magnifiche linee vocali dolci e rilassanti, sprazzi di audacia avida di alte tonalità. Niente da dire anche alla sua tastiera, pianoforte nei momenti più riflessivi ed astronave di suoni sintetici scelti con buon gusto nelle veloci tirate in compagnia della chitarra, prova che Petrucci e Rudess non smettono mai di insegnare. Qualcuno ha definito la musica di questa band come un buon misto di Queensryche, Toto e Metallica, una cosa è certa: niente manca alle corde di Sirnes per trasmettere le stesse emozioni, parlo sia degli arpeggi sia dei riff che alimentano le distorsioni più micidiali di cui è in possesso questo chitarrista, nonchè degli assoli che come nella migliore tradizione progressive legano presto con la tastiera e la voce stupenda di Stole. I quattro pezzi si susseguono uno più bello di quello precedente culminando in Out Of The Rain; un disco piace veramente quando nonostante la recensione sia giunta al termine, il recensore continua ad ascoltarlo fino alla fine, questo è quanto sto per fare. Congratulazioni Norvegia.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Father & Son
02. Crossing
03. Where The Rain Falls
04. Out Of The Rain