Recensione: Circus Of Life
L’ignaro appassionato di hard rock che, per puro caso, dovesse trovarsi nel lettore un album come “Circus Of Life”, sarebbe portato a fare due considerazioni in rapidissima sequenza: i Jaded Heart ci sanno sempre fare ed il ritorno di Michael Bormann alla voce si è rivelato vincente…
Ok, ma, particolare decisamente non secondario, questi non sono i Jaded Heart ed il singer non si chiama affatto Michael Bormann…
Midnite Club è, infatti, il nome della creatura facente capo a Carsten Lizard Schulz (valido frontman già visto più volte in azione con rispettabili band della scena germanica quali Domain, Evidence One e Mr.Hate), melodic act che si presenta al giudizio del pubblico con il secondo episodio sfornato dal 2005, anno di fondazione e d’uscita del buon debut “Running Out Of Lies”.
Il motivo per cui la Escape records, precedente label del combo tedesco, abbia rinunciato tanto a cuor leggero ai servigi di Schulz e soci, è sinceramente un piccolo dubbio amletico.
Come già accaduto agli esordi, i Midnite Club rivelano, di fatto, credenziali rispettabilissime ed un istinto per la melodia decisamente ragguardevole, portando a compimento una sequenza di brani che, pur non sorprendendo in originalità (i paragoni son sempre quelli: Jaded Heart, Pink Cream 69, Bonfire e Treat), riesce comunque ad intrattenere in maniera disinvolta e spigliata, offrendo una serie di hooklines scorrevoli e di buona resa.
Impeccabili nel proporre stilemi consolidati e familiari ai frequentatori del genere, i cinque musicisti muovono i propri passi rimanendo sempre ben attenti a bilanciare morbidezza AOR e sventagliate Hard Rock.
L’iniziale “Circus” e le successive “Afraid Of Love” e “Behind My Eyes”, appaiono sin da subito adeguate per identificare la buona forma dei Midnite Club, così come indicative sono le altrettanto gradevoli “Shelter From Storm” e “Closer To The Distance”, tracce cui è da aggiungere, con menzione d’onore, l’ottima “Calling For Crazy”, urgente brano ai limiti del pomp aor di scuola ottantiana che rappresenta il punto massimo dell’intero album, acuto di un complesso generale ben assortito, non competitivo a livelli da “leggenda”, ma comunque tra le cose migliori ascoltate ultimamente in ambito hard rock prettamente underground.
Da segnalare inoltre, anche la discreta cover del brano “Danger Zone”, traccia che, i più attenti, ricorderanno nella colonna sonora del celebre Top Gun, film “tormentone” degli anni ottanta, posta simbolicamente a rappresentare con fulgida chiarezza quale sia il periodo stilistico cui la band teutonica guarda con infinito amore e riverenza.
Buona infine, sebbene non del tutto ineccepibile, anche la qualità della produzione, sufficientemente idonea al genere proposto pur se migliorabile in termini di brillantezza.
Un altro disco interessante dunque, che va a rimpolpare con forze nuove il sempre attivissimo sottobosco melodico europeo. Senza dubbio non fondamentale per gli ascoltatori molto selettivi, “Circus Of Life”, in ogni caso, non dispiace nella sua globalità, rivelando un profilo garbato e piacevolmente orecchiabile.
Una buona alternativa, indicata per consumatori di suoni melodic rock desiderosi d’ampliare i propri orizzonti anche su band destinate a vivacchiare nella penombra di un mercato ipertrofico ma, non per questo, privo di qualche risvolto degno d’attenzione.
Tracklist:
01. Circus
02. Afraid Of Love
03. Promises Remain
04. Behind My Eyes
05. Heart Of A Dragon
06. Danger Zone
07. Shelter From The Storm
08. Memories For Sale
09. Closer To The Distance
10. Calling For Crazy
11. Crying In A Dream
Line Up:
Carsten Lizard Schulz – Voce
Steffen Seeger – Chitarre
Bernd Herrmann – Batteria
Andy Keller – Basso
Holger Seeger – Tastiere