Recensione: Closer To Daylight

Di Francesco Maraglino - 18 Gennaio 2012 - 0:00
Closer To Daylight
Band: Soul Secret
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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75

I Soul Secret sono un gruppo italiano proveniente da quel di Napoli, che ha iniziato la propria carriera come tribute-band dei Dream Theater.
Nel 2008 ha raggiunto il traguardo del primo full-length di brani originali, “Flowing Portraits”, pubblicato sotto l’egida della prestigiosa label ProgRock Records.

Da allora, i Soul Secret hanno subito qualche cambio nella line-up – Claudio Casaburi ha raggiunto la band per dare il suo contributo al basso e Fabio Manda è diventato, altresì, il nuovo front-man dietro al microfono – e si sono posti l’obiettivo, forti della buona accoglienza ricevuta dall’esordio, di dare a quest’ultimo un degno seguito.
Ecco dunque sopraggiungere “Closer To Daylight“, nuova release registrata nel corso del 2010, che vede Markus Teske dietro il mixer nonché la presenza in alcuni brani di qualche illustre ospite quale Marco Sfogli (James LaBrie Band) e Arno Menses (Subsignal, Sieges Even).
Il recente lavoro continua a viaggiare coerentemente ed efficacemente sulla strada di un prog-metal d’ottima scuola, che certamente non nasconde la devozione nei confronti dei numi tutelari di questo genere musicale, quali gli immancabili Dream Theater e Rush, ma risulta comunque dotato di  freschezza, grinta ed originalità più che adeguate a distinguersi dai fin troppo numerosi meri epigoni.

Le danze di questo album si aprono con l’eccellente “Checkmate“, introdotta da un rullare di tamburi e poi trasformata in una cavalcata epica e sinfonica densa di tastiere rutilanti e vorticose.        
“River’s Edge“ poi, si caratterizza per la presenza di un basso pulsante ed incalzante e di keyboards ancora  turbinose, che contribuiscono ad edificare un prog metal veloce, nervoso ed urgente, capace però di concedersi un intermezzo dalle ascendenze fusion.   
“If“ invece mette fuori strada l’ascoltatore, all’inizio, con un incipit slow di tastiere e voci, ma successivamente s’abbandona ad un incedere grandioso, teso ed incalzante, che si contraddistingue per un pregevole assolo d’ascia.
Anche “The Shelter“ inizia su un mood quieto di  piano e voce come da ballata, per poi proseguire, in una chiave articolata, elettrica e potente, in territorio prog metal. A tratti qui si registra poi una più elevata componente melodica, sia vocale sia nelle tastiere e nelle chitarre elettriche ed acustiche, che vanno a  riecheggiare anche il prog rock degli anni settanta.

Tracce di Yes, Gentle Giant e del  prog rock “storico” si arguiscono in “Aftermath“, complessa e lunga suite con stacchi e cambi di ritmo, nella quale, ancora una volta, atmosfere prog metal si contrappongono ad intermezzi acustici e rilassati. Nella precedente “Behind The Curtain“ il songwriting, inizialmente più catchy ed un tantino più lineare e solare che nel resto del full-length, subisce anche qui, inevitabilmente, la consueta metamorfosi in intricato prog metal.

“October 1917“, acustica, e  “Pillars Of Sand“, la quale ancora una volta contrappone un’intro acustica e classicheggiante con chitarra e piano con un successivo fuoco d’artificio elettrico e prog metal, confermano il valore di  “Closer To Daylight“ e la sua capacità di tener desta l’attenzione dell’ascoltatore grazie all’armonico intrecciarsi ed inseguirsi degli strumenti, e all’avvincente alternarsi tra aperture acustiche o solenni ed impetuose cavalcate.

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Tracklist:

01. Checkmate                        
02. River’s Edge                      
03. If
04. The Shelter
05. Pillars Of Sand
06. October 1917
07. Behind The Curtain
08. Aftermath

Line Up:

Luca di Gennaro – tastiere
Claudio Casaburi – basso
Fabio Manda – voce
Antonio Mocerino – batteria
Antonio Vittozzi – chitarra

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