Recensione: Closer to the Sky [EP]

Di Daniele D'Adamo - 11 Agosto 2024 - 0:00
Closer to the Sky [EP]
78

Ci sono lavori che durano meno di mezz’ora e altri che superano questo limite. I primi, spesso, vengono inseriti nell’insieme dei full-length, gli altri, in quello degli EP. Che è il caso in esame. Per la I, Voidhanger Records, difatti, “Closer to the Sky” dei Midnight Odissey è un EP quando, a parere di chi scrive, poteva benissimo essere considerato un long-playing.

Ma a parlare è sempre la musica, e quella di Dis Pater, che s’identifica nella one-man band Midnight Odissey, appunto, è completa a sufficienza per coglierne la natura delle concordanze, assorbirne le peculiarità, respirarne l’essenza. EP o non EP.

Musica orientata in direzione di un symphonic black death di stampo abbastanza ortodosso, ma che regala momenti di interessanti divagazioni sul tema. Il che non deve stupire, giacché l’act è australiano e gli australiani vedono sempre a modo loro – il più delle volte bene – il pianeta musicale.

La meraviglia delle sinfonie che avvolgono il full-length è sempre difficile da descrivere, poiché scatenano emozioni profonde che si attivano solo grazie a particolari input. Il tono è triste e drammatico con che si potrebbe parlare, anche, di depressive black metal. Ma non si tratta, occorre ribadirlo, che di una sensazione, di un soffio di sofferenza, giacché la direzione artistica non è solo questa.

In taluni momenti, certo, si attivano visioni che riflettono Mondi morenti, distrutti dai loro stessi abitanti. Visioni attivate dalla furia devastatrice dei blast-beats sparati alla velocità della luce dalla drum-machine, in ogni caso ben programmata dal Nostro. La differenza fra essa e un batterista umano si percepisce chiaramente ma ciò non inficia assolutamente lo scopo lisergico prefissato.

Molto presente la melodia che, già con l’opener-track ‘Souls Left Wandering‘, da buona prova di sé, rendendo molto piacevoli da ascoltare gli oltre dieci minuti della song. Melodia che pervade tutto il disco, indipendentemente dal fatto che sia orchestrato da potenti inserti di musica classica o meno.

In linea generale, difatti, il focus del platter è fisso sull’elaborazione di armonie dal forte contenuto atmosferico. Ascoltandole a occhi chiusi e lasciandosi andare, ecco che appare prima sfumata ma poi ben chiara la sezione di Universo in cui fluttua nel vuoto il cuore pulsante di Dis Pater, davvero molto bravo nella complicata fase della composizione. Per un sound allineato a quello deciso dai dettami del symphonic black metal, ma con una vena di originalità data, come detto, dalla capacità dei Midnight Odissey di cercare di dare alla stampe qualcosa di diverso dalla solita zuppa, dai soliti cliché.

Come se fosse diviso in due, “Closer to the Sky“, propone due eccellenti canzoni, la title-track e ‘Awakening‘, meno veementi delle prime due bensì più calme, da sapore a volte un po’ folk, ragionate e, soprattutto, cantate con le clean vocals, con che scoprendo un altro pregio di Dis Pater, musicista a tutto tondo davvero completo in tutto e per tutto. Dalla scrittura delle tracce sino alla loro esecuzione. Il tutto, senza pecche. Sintomo, questo, che i Midnight Odissey siano in grado di esprimersi in modo totalmente professionale per ogni singola nota. Anche per ciò che concerne la messa in opera di pianoforte, violino e cori di accompagnamento.

Closer to the Sky” è un’opera che fa volare. Sì. Se si chiudono gli occhi e ci si concentra sulla musica, allora si vaga un po’ dappertutto nel Cosmo, Terra compresa, accompagnati da un sottile velo di tristezza e malinconia.

Daniele “dani66” D’Adamo

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