Recensione: Clustered Dead Ending Corridors

Di Giorgio Vicentini - 5 Febbraio 2006 - 0:00
Clustered Dead Ending Corridors
Band: Eyeconoclast
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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77

Hanno le idee chiare gli Eyeconoclast, che usano un giochetto di parole per il loro moniker, ma non scherzano in fatto di death thrash nè tanto meno difettano di convinzione nei propri mezzi: Clustered Dead Ending Corridors è autoproduzione di grande qualità, ma soprattutto pesta, pesta e pesta. Vent’un minuti che volano via in un lampo, lasciando la voglia di death metal, di controllare se davvero finisca tutto alla quinta traccia; cinquina che la band sottolinea come prodotto di un lavoro auto gestito condotto dal chitarrista “Saul”, “capoccia” dei 16th Celar Studios.

Di Clustered Dead Ending Corridors colpisce immediatamente un fattore: la sua energia dilagante. L’intro della title track è l’avanzata di una robot da guerra in mezzo alla battaglia, nonchè biglietto da visita all’assalto death thrash svedese su cui corrono le note del disco; “Overload 5790” il richiamo alla memoria del death melodico, ma con una carica di adrenalina superiore alla media che si prende il diritto di rompere qualche costola affondando, sul finire, con ritmiche da headbanging.

Velocità, spruzzi d’energia a profusione e nervi tesi rivolti all’esecuzione precisa e drumming di qualità, che prendono la parola da vocals espressive e variegate tra growl, scream e le loro alterazioni che man mano si rendono utili. “Speedlight Trauma For Reconstruction” mette in mostra tecnica, gusto, solidità ed energia che scoppiano sul break in chiusura, “Axiom Of The Dyode Gods” si fa ricordare per il cantato rauco del ritornello e per il ritorno a sonorità melodic al momento del cambio di tema. Chiude “Cursors (2005 re-recorded version)“, tonica ma un po’ ripetitiva sul finale. 
I brani di Clustered Dead Ending Corridors hanno tutto quello che serve per piacere, non sono furbescamente studiati, bensì genuini, muscolosi e dalla costruzione avvincente eseguita con mezzi tecnici sopra la media, per un effetto di poderosa ed appagante aggressione.

Tendo a restare cauto di fronte ai MCD, che potrebbero avvalersi della breve durata per colpire l’attenzione, Clustered Dead Ending Corridors però ha qualità da vendere da far cadere ogni remore. Bravi Eyeconoclast, anzi bravissimi direi. 

Tracklist:
01. Clustered Dead Ending Corridors
02. Overload 5790
03. Speedlight Trauma For Reconstruction
04. Axiom Of The Dyode Gods
05. Cursors (2005 re-recorded version)

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