Recensione: Code Red

Di Manuel Gregorin - 7 Settembre 2023 - 0:01
Code Red
Band: Primal Fear
Etichetta: Atomic fire
Genere: Heavy 
Anno: 2023
Nazione:
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83

Primal Fear, ovvero il calcio in culo che Ralf Scheepers ha voluto dare alla sfiga!

Una rivalsa del cantante tedesco contro tutto e tutti che ha radici remote. Una storia nota per alcuni, ma della quale, parlando in giro, molti paiono non essere al corrente. Tutto inizia a metà anni 90, quando Ralf è ancora cantante dei Gamma Ray. Le cose per la formazione tedesca non vanno proprio malaccio, in quanto sono fra le poche band ad aver retto bene all’onda d’urto del Seattle sound in voga in quegli anni. Poi un giorno arriva una telefonata di quelle che possono cambiarti la vita. I Judas Priest sono alla ricerca di un sostituto per il defezionario Rob Halford e fra i numerosi candidati viene contattato anche Ralf Scheepers il quale, neanche a dirlo, accetta entusiasta. Raggiungere lo scalino più alto nella gerarchia del heavy metal è il sogno di tutti, e un occasione simile può capitare una sola volta nella vita. Ovviamente prima bisogna tenere delle audizioni, il posto dietro il microfono dei Priest è un traguardo ambito, ed i candidati sono molti. Il nome del cantante tedesco comunque è fra i favoriti, ed anche una buona parte della stampa dell’epoca caldeggia la sua candidatura. I mesi passano ed il traguardo si avvicina sempre di più, lo stesso manager dei Judas assicura Ralf che tra gli ultimi tre nomi rimasti in lizza figura anche il suo. Intanto però, sul fronte Gamma Ray, Kay Hansen non intende certo starsene con il cerino in mano aspettando che il suo cantante prenda il volo verso la gloria, quindi chiede a Scheepers di trasferirsi ad Amburgo per essere più vicino alla sede della band. Quest’ultimo, sentendosi ormai già con un piede in casa dei Priest, declina la richiesta, così Hansen decide di scaricarlo e continuare nella formazione a quattro con lui stesso nel doppio ruolo di voce e chitarra.

Alla fine, quando i Judas Priest annunciano a sorpresa lo sconosciuto Tim Ripper Owens come nuovo cantante, Ralf si ritrova ad aver perso sia il treno per il successo, che quello per tornare a casa. E adesso è davvero in mezzo ad una strada, piove e si è pure dimenticato l’ombrello.

Ed è allora che arriva in aiuto il vecchio amico Mat Sinner, che gli offre l’opportunità di entrare nel nuovo progetto che sta allestendo, i Primal Fear. L’album di esordio del 1998 è una vera colata di heavy metal rovente con uno stile che richiama i Judas Priest più dei Priest originali. Infatti il tentativo di Tipton & Co. di appesantire il sound intrapreso con Jugulator non fu ben accolto da una parte del pubblico creando non pochi malumori tra i fans. Quindi 1-0 per Ralf e palla al centro.

Da quegli anni ne è passata di acqua sotto i ponti e di musica fra gli amplificatori, ed i Primal Fear si sono presi non poche soddisfazioni diventando uno dei gruppi di punta della scena metal mondiale.

Ed eccoci così ai giorni nostri per parlare di Code Red, l’ultimo nato della premiata ditta Scheepers&Sinner. Disponibile sul mercato dal 1 settembre questo nuovo capitolo discografico è stato registrato a Kempten, ad eccezione della voce che il vocalist ha inciso nel suo studio personale. Il tutto poi è stato spedito agli Hansen Studios in Danimarca per il mixaggio finale.
Rimane invariata la formazione. Troviamo ancora Michael Ehré (batteria) ed il trio d’asce Tom Naumann, Alex Beyrodt e Magnus Karlsson ad affiancare i già citati Scheepers e Matt Sinner.
Code Red inoltre è il disco che segna la rinascita dello storico bassista, finalmente ripresosi dalla malattia che rischiava di compromettere seriamente la sua salute.

L’album parte subito in modo deciso con Another Hero, un heavy metal di stampo classico fatto di riff granitici e batteria dai toni quasi marziali. Bring That Noise è un brano potente e rabbioso che punta sull’impatto delle chitarre. Ancora rabbia in Deep In The Night dove si toccano atmosfere cupe.
Le atmosfere plumbee e adirate sono effettivamente spesso ricorrenti in questo lavoro. Per quanto i Primal Fear ci tengono a sottolineare che Code Red sia da intendersi come un trionfo della vita sulla morte, gli argomenti trattati sono comunque molto duri. “Ora non è il momento per cantare di rock’n’roll, ragazze e drink” afferma Matt Sinner. “Il mondo intero sta impazzendo! Molti paesi sono governati da despoti e tutto sembra andare nella direzione sbagliata. E se una persona preme il pulsante sbagliato, siamo tutti fregati. Ecco perché ci troviamo in una situazione da codice rosso“.

Play A Song sfoggia un attitudine un po’ meno pessimista presentandosi come un brano divertente con la giusta dose di melodia. Su The World Is On Fire vengono proposte sonorità alla Judas Priest tanto care a Ralf e Matt. Riferimenti ai sacerdoti borchiati, ma del periodo Nostradamus, sono presenti anche in Cancel Culture. Il brano inizia con dei sontuosi suoni orchestrali per poi esplodere in una speed song in cui la batteria fà da rampa di lancio per i raid chitarristici del trio Naumann, Beyrodt e Karlsson. Il culmine si raggiunge nel epicissimo ritornello di quello che possiamo evidenziare come uno dei pezzi più interessanti di questo lotto.

Arriviamo dunque al momento soft con Forever, una ballata matura dai toni trionfali. Probabilmente nel bushido del heavy power dev’esserci l’obbligo etico di comporre un lento con questa parola nel titolo. A parte questo, la Forever targata Scheepers/Sinner si rivela un pezzo riuscito e mai banale.
Si torna a pigiare sull’acceleratore con le chitarre a tutto spiano di Steelmelter. Ancora tonnellate di metallo nella robusta Raged By Pain con Scheepers che si dimostra ancora in ottima forma.
Per Their Gods Have Failed la formazione tedesca tira fuori dal cilindro un’altra composizione dallo stampo epico. Il pezzo inizia con un intro acustico che chiama in causa gli Iron Maiden in un incrocio tra Mother Russia e la più recente The Writing On The Wall. Successivamente il brano sboccia in una marcia epica carica di pathos che si protrae per sette minuti.
In conclusione Fearless, un episodio cadenzato e compatto come un blocco di marmo.

Un disco tutto d’un pezzo Code Red, che ci consegna una band che sa essere ancora incisiva nonostante gli anni. Con buona pace di chi vedeva la loro stella iniziare ad offuscarsi dopo gli ultimi lavori, i Primal Fear dimostrano invece di aver ancora dei buoni colpi da sparare.

Ormai è già da diverso tempo che Ralf Scheepers si è preso la sua bella rivincita,ma siamo sicuri che il vocalist tedesco gongolerà ancora di soddisfazione a sentirselo dire. Magari proprio in questo momento starà assaporando un sigaro mentre afferma di andare matto per i piani ben riusciti.

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