Recensione: Cold
Una lunga e sognante intro arpeggiata, quasi progressiva, accompagnata da atmosferici sintetizzatori. Delicati arazzi onirici liberano la mente dai pensieri del mondo, lasciandoci scivolare verso un cupo ed opprimente universo musicale.
La tensione aumenta, il suono si distorce, la sensazione d’angoscia si fa palpabile ed ecco giungere l’esplosione.
Dal nulla emergono una voce straziante ed una batteria al fulmicotone, in un crecendo di violenza depressiva ben presto mutata in pura aggressività Raw Black vecchia scuola.
Con un incipit di tutto rispetto gli austriaci Hellsaw, per l’esattezza un duo di base formato da Aries e Svart, ci presentano “Cold”, terzo full lenght di una carriera ormai quasi decennale.
L’album, dal titolo quantomai azzeccato, si presenta come un distillato di marcio e gelido Raw Black/Pagan Metal, intervallato da sapienti intermezzi acustici e capace di creare atmosfere sulfuree e malsane, paragonabili per certi versi a quelle dei maestri di scuola nord europea.
Una produzione decisamente consona al genere riesce a conferire quel particolare ed affascinante alone di fredda genuinità alle composizioni, che risultano il più delle volte azzeccate e libere da clichet, alternando standard tipici del passato ad invenzioni di stampo maggiormente moderno.
Gli ascoltatori più attenti ed esperti non mancheranno di riassaporare le sensazioni e le immagini astratte che solo un prodotto sinceramente, ma non servilmente, Black Metal è in grado di garantire.
Una nota di merito va inoltre alla bella copertina: una tetra foresta, illuminata da una luna funerea incastonata in un cielo maledetto, dove le nubi si fondono con scheletrici resti umani, formando una sorta di eterea fossa comune, simbolo della morte che ricopre ogni cosa.
Le influenze della band emergono in modo netto in ogni composizione, le canzoni svariano tra gelide sfuriate di casa Immortal, aperture melodiche che riportano alla mente le tessiture musicali degli ucraini Drudkh e parti depressive, dove vocals rubate al conte Varg la fanno da padrone.
Con temi lirici che spaziano fra l’odio, la natura e la tristezza cosmica, i nostri dimostrano di voler trasmettere un messaggio, seppur negativo, attraverso il proprio operato.
Gli episodi di classe sono presenti in buon numero, a partire dall’opener “A Suicide Journey”, dove il testo si fonde perfettamente con la musica, violentemente depressa e sognante.
La matrice Raw Black più canonica emerge in modo netto nella furiosa “The Black Death”, mentre l’epicità insita nella band viene sfoggiata in “Der Harzwald”, canzone dal toccante chorus bathoryano.
La varietà della proposta musicale degli Hellsaw prende corpo col fluire del disco: esempi calzanti di tale aspetto sono le traccie “Cold Aeon”, dove il gruppo contamina un pezzo decisamente Black con sonorità Thrash Metal di scuola europea e la grezza “I Saw Hell”, che rapprenta una chiara strizzata d’occhio a quel Black & Roll che tanto affascina gli ultimi Darkthrone.
Una buona dose di sperimentazione viene inoltre innestata nella strana “Psycho Pastor”, caratterizzata da cambi di tempo assolutamente inaspettati, bilanciati tra sfuriate omicide e aperture lente e progressive.
A spezzare l’aggressività della proposta troviamo diversi intermezzi strumentali, che si posizionano a pennello nel contesto del disco e, aggiungendo pathos ed atmosfera, lo rendono più facilmente assimilabile nella sua interezza.
A conti fatti Cold scorre vario ed interessante, presentando solo sparuti episodi di fiacca ed immaturità compositiva.
Con la terza prova sulla lunga distanza gli Hellsaw hanno quindi saputo creare un prodotto di tutto rispetto, che risulterà gradevole sia ai fan del sound seminale di scuola norvegese che a chi è ormai stanco di sentire riproposizioni anacronistiche dei vari Mayhem, Darkthrone, Burzum, Immortal e soci.
A completare il tutto, nell’edizione integrale è presente anche un DVD bonus contenente esibizioni live della band a diversi festival, sul quale però purtroppo non metterò parola in quanto non annesso nello scarno promo fornito dalla label al sottoscritto, tra l’altro inficiato dall’insistente vocina “you are listening to the new Hellsaw album: Cold”, che invade ogni due minuti varie traccie del disco, alla faccia del Peer to Peer.
Alessandro Cuoghi
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Line Up:
Aries – Vocals, Guitars, Bass
Svart – Drums
Malthus – Lead Guitar (live)
Isiul – Rhythm Guitar (live)
Desderoth – Bass (live)
TRACKLIST:
1. A Suicide Journey
2. The Black Death
3. Der Harzwald
4. 1°F
5. Cold Aeon
6. Psycho Pastor
7. Sulphur Prayer
8. I Saw Hell
9. Eyes of Ice
10. Moonrites Diabolicum
11. Ache
12. Subterranean Empire
13. Wounds