Recensione: Cold Declaration of Visceral Disgust
I polacchi, per chi ancora non se ne fosse accorto, sanno suonare black metal. Sì, è vero, la vera patria del black è, e sempre sarà, la Norvegia, ma rassegnatevi, l’est Europa si sta specializzando sempre più in questo genere, partorendo un numero sempre maggiore di nuove realtà.
Tra le numerose band provenienti dalla Polonia ci siamo casualmente imbattuti nei Decline, nati nel 2004 nella cittadina di Tychy. Il gruppo, nonostante una formazione relativamente recente, può già contare su una nutrita discografia che consta di due demo, un EP e due album. Tutto questo continuo lavorare ha portato alla band una discreta esperienza, fieramente messa in mostra nel secondo full-length partorito dai Nostri, intitolato “Cold Declaration of Visceral Disgust”.
Lo si diceva in apertura di recensione, i polacchi sanno come suonare black metal ed è questo che fanno i Decline, suonano puro e semplice black metal. Lo fanno mettendoci tanto impegno, vomitando sull’ascoltatore più aggressività e cattiveria possibili e senza mai risparmiarsi. Gli ingredienti ci sono proprio tutti: chitarre che sparano riff più affilati della lama di un rasoio, blast-beat scaricati con indicibile ed inusitata violenza e uno screaming corrosivo accompagno l’ascoltatore in un viaggio musicale di oltre 45 estenuanti minuti.
Non mancano neanche le atmosfere glaciali e malate di un certo blackened death metal tanto di moda oggi: i brani godono tutti di un mood oscuro ed oppressivo, che ad un primo ascolto lascerà estasiato più di qualche metallaro.
Fin qui tutto bene direte voi. Sbagliato. Nonostante l’innegabile dedizione profusa e nonostante i Nostri abbiano seguito alla lettera il “manuale del buon blackster”, questo album ha qualcosa che proprio non va. Cosa? È freddo. Sterile. Banale. Non ce ne vogliate, lo ripetiamo, questo “Cold Declaration of Visceral Disgust” non difetta in cattiveria, ma è una cattiveria a suo modo innocua e un poco puerile. A pieno sostegno di quanto appena scritto si incontrano episodi scialbi quali la title-track, piuttosto che l’introduttiva “Death to All” e ancora “Behated” e “Inhale the Smoke”, tutte canzoni strutturalmente e melodicamente fin troppo simili l’un l’altra. Riff abusati fino alla nausea e un’intelaiatura ritmica priva di una qualsivoglia dinamica appiattiscono terribilmente una proposta già di suo non particolarmente brillante od originale.
Le cose non migliorano neanche quando i cinque si cimentano in un grindcore ferale e sanguigno come accade in “Violent Dead Breed” e “Qualm”, fin troppo prevedibili per aggiungere qualcosa di veramente interessante che sia in grado di catturare l’attenzione.
Se a ciò si aggiunge che neanche la qualità dei suoni si attesta su livelli quantomeno soddisfacenti -la batteria è probabilmente lo strumento più penalizzato da un mixing davvero poco accurato-, ecco che il quadro si fa quanto mai chiaro: i Decline hanno davvero mirato troppo in alto per le loro capacità.
Se si può star certi che quest’opera sia una fredda dichiarazione di disgusto viscerale trasposta in musica, lo si può essere altrettanto sul fatto che i polacchi debbano crescere ancora molto se vogliono sopravvivere in un mondo, quello del black metal, sempre più agguerrito e ricco di novità veramente gustose.
Bocciati senza mezzi termini.
Emanuele Calderone
Tracklist:
01- Death to All
02- Behated
03- Krwawe Sztandary
04- Violent Dead Breed
05- Inhale the Smoke
06- Qualm
07- Geneza Upadku
08- Rampage
09- Some Kind of Hate
10- Epilogue
11- Cold Declaration of Visceral Disgust
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