Recensione: Cold Hate

Di Riccardo Angelini - 15 Aprile 2006 - 0:00
Cold Hate
Band: Eyelash
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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45

Attivi dal 1999, con un passato da power metal band nell’underground capitolino alle spalle, da poco più di un anno gli Eyelash hanno trapiantato le proprie radici in territori più estremi, alla ricerca della propria identità musicale. La nuova formazione può ora contare su ben sei elementi: due coppie di voci e di chitarre, basso e batteria. Niente tastiere dunque, a comprovare la volontà di sfruttare appieno la strumentazione tradizionale del genere senza ausili melodici di sorta.

I trascorsi nel regno del power non sono tuttavia rimasti senza conseguenze per la band romana, e la prima parte del demo qui recensito ne offre una chiara testimonianza. Le tracce iniziali infatti ripropongono brani composti con il monicker Black Unicorn, opportunamente riarrangiati per meglio conciliarsi con la nuova identità del gruppo. Di fatto però tanto i riff quanto l’uso della doppia cassa hanno ben poco da spartire con la tradizione death, la cui presenza pare testimoniata più che altro dallo screaming di Marcello Polidori, autore di una prova che, tra alti e bassi, si guadagna tutto sommato un’onesta sufficienza. Non può dirsi lo stesso purtroppo della controparte femminile: le linee vocali di Chiara Barbieri infatti si rivelano fin dalle prime battute per molti versi inadeguate, tanto sotto il profilo tecnico quanto sotto quello dell’interpretazione. Discorso più complesso per quanto riguarda la compagine strumentale, che accanto a sonorità a tratti fin troppo sporche e approssimative, specie nei primi brani, pare riprendersi nel finale con alcuni spunti degni di nota. Da parte sua la produzione (comprensibilmente) casereccia non agevola il giudizio, anche se pure in questo caso si nota un certo progresso dagli episodi iniziali rispetto agli ultimi.

Dal punto di vista delle composizioni, è necessario segnalare che il tentativo di riadattare i vecchi pezzi power in chiave death si è risolto in un completo fallimento: tra la banalità indolente di Internal Struggle e disastri vocali su The Last Straw, c’è veramente poco da salvare . Discorso in parte diverso per quanto riguarda gli ultimi due brani, che senza far gridare al miracolo riescono a offrire diverse soluzioni strumentali apprezzabili e alcune idee vincenti, meritevoli di ulteriore sviluppo. La palma di pezzo più interessante del lotto sarebbe toccata alla title-track, ma la manifesta incompatibilità tra le più convincenti sonorità thrash/melodic death – finalmente libere dalle scomode ingerenze power – e le linee vocali femminili (anche prescindendo dalla prestazione, peraltro neppure qui soddisfacente) finisce per privilegiare la strumentale Balance of Sorrow, che di Cold Hate ripropone i pregi ma non i difetti.

In chiave futura sarà indispensabile definire con chiarezza le coordinate musicali della band, tenendo anche presente che i brani più promettenti, quelli più rappresentativi del nuovo corso degli Eyelash, non sembrano denotare un grado di affinità accettabile con il cantato pulito. La band è giovane e il margine di miglioramento ampio, ma sarà necessario intervenire tempestivamente per colmare le lacune, lavorando su pezzi nuovi e lasciandosi alle spalle una volta per tutte il passato nel power, che pare destinato a terminare in un vicolo cieco.

Tracklist:
1. Wings of Icarus
2. Internal Struggle
3. Demon’s Speech
4. The Last Strw
5. Balance of Sorrow
6. Cold Hate

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