Recensione: Cold Shade Burning [EP]
È una storia breve ma tormentata, quella dei bolognesi The Burning Dogma. Una storia iniziata nel 2006 e che solo ora, dopo una serie quasi infinita di cambi di formazione, li vede tranquilli e sereni, in grado cioè di trovare la concentrazione per dare alle stampe il loro primo lavoro in studio.
“Cold Shade Burning”, registrato da Michele Postpischl presso i Soporoco Studios nel gennaio di quest’anno e quindi missato e masterizzato da Michele Trasforini dei Regrexion Studios, segue difatti “Live At Dylan Horror Metal Pub”, live album del 2010, unica manifestazione discografica antecedente al presente dischetto.
I brani in questione sono cinque, dei quali due strumentali: “Dark Horizon Approaching” e “The Burning Town”. Malgrado ciò, gli altri tre hanno una durata di circa sei minuti ciascuno per cui, in sostanza, bastano – seppur se a malapena – per farsi un’idea dello spessore musicale degli emiliani. I quali, a dispetto del moniker evocante scenari *-core, sciorinano un death metal abbastanza tradizionale, piuttosto distante, però, dall’old school.
Il motivo principale di questo taglio è da ricercarsi, a parere di chi scrive, nell’abbondante uso delle tastiere che Giovanni Esposito manipola sia per inspessire il sound della band, sia per generare con efficacia immagini mentali inquietanti, ammantate da una spiccata melodiosità: nulla a che vedere con il melodic death metal quanto, piuttosto, un richiamo a certi aspetti tetri e oscuri tipici della scuola black, lato sinfonico. Un’attitudine spesso irrobustita dall’aggressivo screaming di Joy Lazari, comunque a suo agio pure in occasione di certi rabbiosi growling. Un guitarwork che sa di antico, cioè di… heavy metal, pone il suggello allo stile dei Nostri, pilotandolo definitivamente e con buon senso del gusto – riferendosi ai soli – nella direzione predetta. La sezione ritmica composta da Davide Laugelli e Marco De Crescenzo, infine, cuce il tutto con un timbro caldo che predilige il groove invece dell’esasperata ricerca di BTM da follia. Alla fine quel che emerge con più decisione è che la partenza è, sì, basata su ingredienti testati ripetutamente, ma che l’arrivo, quasi sorprendentemente, è figurato da uno stile apparentemente abusato quanto, al contrario, personale e, se non innovativo, senz’altro dotato di una chiara identità. Insomma, sembra di averle già ascoltate altrove tutte le singole note che, nondimeno, messe assieme, generano quello che è il ‘The Burning Dogma-sound’.
“A Dogma To Burn”, “Her Body Cold” e “The Fourth Shade” sono canzoni nelle quali non si tentano esperimenti o si propongono innovazioni ma episodi solidi, ricchi d’atmosfera, a tratti violenti, a tratti delicati. Le melodie, anch’esse lineari, sono accattivanti e produttive, per un death metal che, come sentore lontano, può ricordare certo black/thrash italiano di qualche tempo fa, come quello che gravitava attorno al capoluogo della Liguria…
In conclusione, si può tranquillamente affermare che i The Burning Dogma sappiano incastrare le armonie che hanno in mente con scioltezzza e semplicità, con una naturalezza che fa solo ben sperare per il loro futuro. Migliorata la tecnica esecutiva e, ovviamente – bisogna sempre far mente locale al fatto che “Cold Shade Burning è un’autoproduzione – , anche la produzione, il sestetto di Bologna potrà davvero colorare i suoi sogni di rosa.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Dark Horizon Approaching 1:50
2. A Dogma To Burn 5:58
3. Her Body Cold 6:48
4. The Fourth Shade 6:38
5. The Burning Town 4:37
Durata 25 min.
Formazione:
Joy Lazari – Voce
Maurizio Cremonini – Chitarra
Diego Luccarini – Chitarra
Davide Laugelli – Basso
Giovanni Esposito – Tastiere
Marco De Crescenzo – Batteria