Recensione: Cold Walls & Apparition
Mutatiis, padre e padrone della creatura Elysian Blaze, conosce la dimora della desolazione, dove trovare la decadenza ed il grigiore; Cold Walls & Apparition ne è l’uscio. Scendere lungo la scala di pietra, aprire l’ultima porta di freddo acciaio ed immergersi in un tunnel sotterraneo cupo, nel quale filtrano sporadici raggi di luce da casuali spaccature nel soffitto.
Cold Walls & Apparition, primo full lenght di questa affascinante realtà australiana, è un insieme di visioni, di visuali dominate da un profondo senso di malessere, che man mano si mostra con i volti della depressione, dello sconforto, delle atmosfere inquietanti. Album a tratti maestoso ed allo stesso tempo dimesso, mesto ma anche evocativo (“Funeral Possession”), sorretto da abbondanti dosi di tastiere arricchite da pianoforti e da un uso avvolgente della strumentazione su velocità rallentate.
Il lato elettrico domina un album dai suoni dilatati, quasi sovraesposti o eccessivi che potrebbero ricordare le sonorità di Xasthur, facendone un lavoro dal sentore ambient. D’aiuto in questo senso la produzione, bocca dalla quale le note sbuffano fumose e negative, inquietanti e macabre come nella strumentale “Sleeping with corpses… Dreaming of the Dead…” fatta di silenzi, d’un pianoforte lento e leggero e di angosciosi suoni ritmici in avvicinamento. In questo complesso si inserisce senza prevalere la voce, tassello musicale che mai primeggia sulla strumentazione, esprimendosi distorta e lacerata nel più classico “distant vocals style”.
Punte angoscianti ed aperture melodiche struggenti, come per l’opener “Celestial Mourning Beneath a Forgotten Sky”, dal finale melodico di ampio respiro che sembra elevarsi, oltre a vari attimi notevolmente espressivi introdotti con ottimo tempismo. Chiude la terribile strumentale “A Colder Wall” nella sua disarmante mesta lentezza, che potrebbe strappare una lacrima ai più coinvolti per un profondo senso di decadimento e scoramento che sembra suggerire soltanto un finale…
Come per molti dischi depressive, quindi volutamente oscuri e dalle forme espressive ostiche, anche in questo caso sarà fondamentale la partecipazione e la voglia di giocare con la propria capacità di immaginazione, per cui, se pensate di non avere tempo e voglia per immedesimarvi, lasciate stare ed avvicinatevi a prodotti più immediati. Cold Walls & Apparition non è un capolavoro data l’espressività da affinare di alcuni passaggi che non colpiscono sempre il bersaglio, ma mostra vari momenti che meritano di essere vissuti a fondo ed approfonditi. La grande cura per il lato atmosferico spesso risulta vincente, giocando sull’alternanza tra la rumorosità dei riff e la leggerezza delle note più soffuse che si sciolgono in opportuni silenzi, dimostrando una costruzione e uno stile già maturi.
Cold Walls & Apparition è camminare lungo il corridoio sotterraneo ben distanti dalle pareti umide, con la paura di affrontare i tratti più bui o di superare gli angoli oltre i quali si cela l’ignoto, accelerando il passo per raggiungere i punti debolmente illuminati, tastando incerti le mura gelide e trasalendo ad ogni apparizione.
PS. Ascolto fortemente consigliato in cuffia ad alto volume.
Tracklist:
01. Celestial Mourning Beneath a Forgotten Sky
02. Funeral Possession
03. Sleeping with corpses… Dreaming of the Dead…
04. The Altar of Necromancy
05. Walking on the Winds of Sin
06. A Colder Wall