Recensione: Collateral Damage

Di Fabio Vellata - 17 Maggio 2006 - 0:00
Collateral Damage
Band: Ted Poley
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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78

Il nome di Ted Poley è principalmente noto per i trascorsi in qualità di frontman dei gloriosi Danger Danger, band hard rock di buonissimo livello che con l’omonimo debut album del 1989 realizzò un capolavoro universalmente riconosciuto nel proprio ambito, reso imperdibile da memorabili hits come “Naughty Naughty”, “Don’t Walk Away” e “Bang Bang”.
Attivo in seguito anche con entità di minor profilo e fortuna, come Melodica e Bone Machine, lo ritroviamo in questo 2006, non senza sorpresa, alle prese con il primo album solista della propria discreta carriera.

Circondato come d’abitudine da una nutrita schiera di validi musicisti, Poley ci regala un lotto di dieci canzoni perfettamente inquadrate negli stilemi del miglior hard rock “hollywoodiano”, dove la melodia e le “good vibrations” sono padrone incontrastate della scena.
La voglia di ritornare alle classiche sonorità di “Danger Danger” è molto più che evidente ed il dischetto sarà certamente una gradevolissima scoperta per gli aficionados della prima incarnazione del gruppo americano.

I numerosi richiami alle nostalgiche atmosfere tanto in voga sul finire degli anni ottanta sono l’anima portante dell’intero lavoro e sebbene qualche suono possa apparire leggermente più duro o squadrato, il flavour, le linee melodiche e la costruzione dei brani sono discendenti diretti di quanto proposto in tempi passati, in una operazione di restauro che piace e garantisce soddisfazioni grossomodo lungo l’intero arco di durata del cd.

Partendo dalla anthemica “Yeah You Want it”, dal caratteristico chorus, passando per “Breathing Doll” (in cui si segnala la presenza di Pete Lesperance) e “Curtain Call” (ottantiana all’ennesima potenza), via via sino alla conclusiva “Rise”, sono effettivamente molti i motivi di gioia e attrattiva che costellano il fluire dei pezzi.
La ricetta è tanto semplice quanto efficace: la solita inconfondibile prova vocale di Poley, caratteristica e riconoscibile come sempre (pochi singer hanno un timbro così facilmente identificabile), un approccio alquanto guitar oriented, melodie di buona resa, suoni definiti ma non troppo perfetti e naturalmente un attitudine tipicamente “rock”.
Ben curata inoltre l’amalgama tra le varie situazioni ed atmosfere: non mancano infatti gli episodi morbidi ed edulcorati, così come sono ben presenti attimi di maggior brio e “movimento”, in una completezza apprezzabile che rimanda anche in questo aspetto ai tipici album dell’età d’oro del genere.
Eccellente infine la prova dei vari ospiti presenti, ognuno in grado di conferire la propria dose di ottima professionalità e bravura in un quadro complessivo di elevatissimo spessore.

In sostanza ecco l’ennesimo disco di alto livello uscito in ambito hard rock / AOR nell’ultimo periodo, a testimonianza di un rinnovato vigore del genere che sta riproponendosi sempre più all’attenzione degli ascoltatori grazie a prodotti di buonissima qualità.
“Collateral Damage” è senza dubbio un disco intenso e gradevole, che piacerà a chiunque abbia a cuore il genere proposto ed un nuovo punto a favore per Ted Poley, ottimo interprete capace di regalarci ancora oggi una manciata di riuscite composizioni all’insegna del classico ed immortale hard rock.
Fateci un pensierino.

Line-Up:

Ted Poley – Voce
Alex Salz – Tastiere
Vic Rivera (Adriangale) – Chitarra, batteria e basso
Andy Timmons (Danger Danger) – Chitarra
Bill Leverty (Firehouse) – Chitarra
Pete Lesperance (Harem Scarem) – Chitarra
Xavier Paladian (Snake Eye) – Chitarra
Kenneth E Kristiansen – Chitarra

Tracklist:

01. Yeah You Want It
02. Breathing Doll
03. Curtain Call
04. Endgame
05. Maybe
06. Good Enough
07. Hero Falling
08. Let Go
09. Heads Up (Look Out Below)
10. Rise

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