Recensione: Collected Bones
Collected Bones è l’inaspettata e convulsa stoccata che ti colpisce e che, pur non rivoluzionando nulla ma anzi pescando a piene mani dal passato, riesce a lasciare il segno. Primo full-length per gli svedesi Exoskelett, progetto che affonda le proprie radici al primordiale black metal, a suoni che si potrebbero definrie anche tranquillamente thrash ed heavy ma che guardano alla nera fiamma.
Prendiamo così Celtic frost, Venom, Tormentor e Motorhead ed ecco di fronte a voi la macilenza sonora di questi artisti. Brani dai riff ridondanti, minimali e sofferti, voce che stride e ci urla in faccia tutta la propria rabbia.
Ritmiche serrate lasciano spazio ad ambientazioni che ci riportano al punk e dalle quali poi erutta la torbida strafottenza. Disprezzo a squarciagola, ritornelli che piscotici si conficcano in testa e nel proprio incessante ripetersi ci riportano indietro nel tempo.
‘Buried Upside Down’ contiene una pazzia che in altri brani resta velata, un “lasciarsi andare” che si perde in armonie dissonanti e in un minimalismo che comunque incanta. In tal senso apprezziamo l’anima hardcore del project, quella spontaneità che con cadenze grossolane poi ci racconta di un metal primordiale.
Rudimentali e pungenti gli Exoskelett sono quell’espressione ineducata che scaturisce da un gesto mal sopportato, dozzinale reazione che tutto smuove e che ci scuote. Assoli di chitarra poi confermano, grazie alla loro gretta espressività, la totale mancanza di qualsivoglia concetto di virtuosismo o tecnicità.
“Collected Bones” è così, prendere o lasciare, acre odore che non ci tedia con una durata eccessiva (parliamo infatti solo di ventisette minuti abbondanti) e che ci fa tornare,anche proprio per dimensione, al concetto underground. Album informe e che ci inghiotte famelico senza fronzoli;disco per amanti della old school.
Stefano “Thiess” Santamaria