Recensione: Collecting shells at lighthouse hill
Da qualche anno il nostro paese è diventato una fucina inesauribile di band dark-gothic notevole spessore, la maggioranza delle quali proviene dalla capitale. Assieme a Klimt 1918 e En Declin, tra i gruppi che hanno avuto i maggiori riconoscimenti da critica e pubblico troviamo anche i Room With a View che, con il loro “Collecting shells at lighthouse hill”, cercano di farsi spazio nell’ambiente dark nostrano con ottimi risultati. La band capitolina, composta da Francesco Grasso (voce e chitarra), Alessandro Mita (chitarra e cori), Gino Palombi (basso) e Piero Arioni (batteria), ci propone un dark metal con spiccate tinte gothic ed altre influenze provenienti dai più disparati generi musicali.
Fin dalle prime note di “Breathe the water” si capisce che ci troviamo davanti ad un lavoro di difficile assimilabilità dovuta soprattutto ad un suono molto personale e particolarmente complesso; momenti maggiormente melodici si intersecano in maniera pressoché perfetta con parti che rasentano il progressive grazie a notevoli cambi di tempo che dimostrano una notevole abilità dei nostri come strumentisti.
Con “Friction” e “Sometimes anywhere” ci spostiamo verso un sound che si attiene ai canoni tipici del dark più conosciuto. La caratteristica che però rende questi brani particolarmente piacevoli e poco noiosi è la capacità dei Room with a View di rendere il tutto personale soprattutto grazie alla voce di Francesco che, con l’aiuto di Alessandro ai cori, riesce ad esprimere con le sue linee vocali un pathos carico di sentimento che soddisferebbe anche l’ascoltatore più esigente.
“Penitence” è invece un brano molto particolare che riesce ad avvicinare un cantato tipicamente dark a suoni di batteria che prendono alcune note dal funky riuscendo così a creare un’atmosfera quasi surreale e, in un certo senso, ovattata senza però mai cadere nella noia.
Cambiamo completamente genere ed influenze con “Remembering our goodbyes” che prende spunto dal blue’s anni ’70 e, grazie ad un suono di tastiera molto oldie riprende l’ambiente dei night americani della fine anni sessanta facendo viaggiare la mente dell’ascoltatore verso lidi ormai dimenticati ma che continuano a suscitare notevole interesse ancora in molte persone.
All’interno del cd possiamo trovare anche il videoclip di “Friction”, che riesce a farci capire anche visualmente come la band concepisce la loro musica; si tratta infatti di un lavoro particolarmente artistico e sostanzialmente diverso da qualsiasi altro video abbia mai visto e riesce senza dubbio a comunicare emozioni e sentimenti.
Questo “Collecting shells at lighthouse hill” è un’ottima prova del quartetto romano che dimostra di aver le carte in regola per poter dire la loro anche in campo internazionale. Il lavoro è ben strutturato in tutte le sue parti e suonato magistralmente; unico difetto è che non si tratta di un cd che rimane in testa e piace ad un primo ascolto ma deve essere sentito e studiato attentamente per riuscire a carpirne ogni minima sfaccettatura.
Consiglio questo cd a tutti gli amanti del dark o del gothic melodico e a coloro che cercano qualcosa al di sopra delle righe e di ogni cliché musicale; mettete questo “Collecting shells at lighthouse hill” nel vostro lettore, sdraiatevi a letto e rilassatevi!
TRACKLIST
1. Breathe the water
2. Friction
3. Sometimes anywhere
4. Penitence
5. Against my will
6. Till morning comes
7. Collecting shells
8. The farther side of heaven
9. Remembering our goodbyes