Recensione: Coma of Souls
La Noise aveva capito tutto. La label che ha dato supporto fin dalle prime battute a Petrozza & Co. si è ritrovata per le mani nel 1990 un altro lavoro che sarebbe passato alla storia. Chiunque ami o decida di avvicinarsi allo stile teutonic thrash non può trascurare la conoscenza di Coma of Souls, ma deve conoscerlo nella stessa maniera in cui sarebbe opportuno avere infarinature dei precedenti. Per capire questo album, infatti, è altamente consigliabile, se non necessario, conoscere il predecessore Extreme Aggression (1989) su tutti; nella stessa misura è quasi necessario avere nozioni dei masterpiece della scena americana. Può sembrare strano, ma il perché è presto detto.
Scena artistica di fine Eighties: thrash nel pieno del suo splendore e significativo campanilismo relativamente ai signori d’oltreoceano, sono gli ingredienti che hanno delineato tutti i tratti di questo lavoro. Ingredienti che hanno condito il tappeto graffiante e ruvido del purissimo teutonic style che Mille Petrozza aveva così marcatamente definito e stilizzato con l’uscita di Extreme Aggression. Qui, invece, i Kreator decidono di appesantire i suoni in sede di registrazione, di fatto avvicinandosi rischiosamente al Bay Area sound come non mai in vita loro e riconoscendo quindi il valore universale e la libera espressività del thrash. L’utilizzo di mid-tempo, il rallentamento dei larghi tratti sparati così abbondanti precedentemente danno il tempo di immettere melodia nelle ritmiche. Il sound cambia, il coinvolgimento pure ed il disco diventa unico nella loro discografia e non solo.
Sebbene dimostrino fierezza delle loro origini ingaggiando per l’occasione l’ex-Sodom Frank “Blackfire” Gosdzik al posto di Jörg Trzebiatowski, non mancano certo di fare il primo passo verso sperimentazioni che, capitolo Coma of Souls a parte, saranno paradossalmente anche l’inizio della loro decadenza. Il successivo Renewal colpirà duro sia i fans che la Noise che inevitabilmente li abbandonerà e suppergiù dal 1997 in poi parliamo di storia recente.
Veniamo al disco, che apre ombreggiato sugli accordi acustici di When The Sun Burns Red pronti a deflagrare in grande stile revival. L’opener, infatti, è la classica composizione che lega passato e presente e credo di non esser stato l’unico ad aver pensato, al primo ascolto, di dovermi trovare davanti ad un potenziale clone di Extreme Aggression. Tradotto: velocità, riffing sparato ed espressività tagliente comandano l’orientamento della composizione nella direzione ordinaria delle influenze tedesche del tempo. La sostanza del platter prende una prima definita forma con la title-track, che non disdegna assolutamente i pregressi compositivi del combo, ma si presenta nel contempo ben appesantita da comparti ritmici distaccati dall’ordinario. People of the Lie e Terror Zone rappresentano invece le prime conferme: sound molto vicino al Bay Area, songwriting pestato al momento giusto, velocità controllate, melodie classiche della scena americana piuttosto che parti soliste trovano ampia conferma per tutta la durata dei brani. Da rimarcare il groove intenso ed essenziale di una dinamica Agents of Brutality, che rappresenta benissimo la filosofia del disco: assoli melodici e ritmiche che si alternano tra il cadenzato ed il veloce, tra un cantato che affonda sempre le sue lame ed una raffica martellante di doppia cassa che scuote di continuo l’ascoltatore. Il materiale in definitiva segue questo filo conduttore per tutta la durata dell’album, in maniera sostanzialmente omogenea con il risultato di una particolare godibilità.
In conclusione questo oscillare continuo dal puro stile teutonico ai richiami stilistici della scena americana determina il risultato finale. Un risultato che estrapola dalla massa un disco per originalità grazie all’affievolimento dei tratti più spigolosi di un certo tipo di thrash a favore di una melodia e pesantezza che rendono decisamente più granitica e corposa la composizione. Questo è Coma of Souls, decisamente vario ed interessante, ma soprattutto di una importanza ed unicità storica che vale la pena d’assaporare perché non ne troverete molti. Miscellanea di anime ispiratrici non adatta per coloro che avessero la malsana abitudine di legarsi alle etichette.
– nik76 –
Tracklist:
01 When The Sun Burns Red
02 Coma of Souls
03 People of the Lie
04 World Beyond
05 Terror Zone
06 Agents of Brutality
07 Material World Paranoia
08 Twisted Urges
09 Hidden Dictator
10 Mental Slavery