Recensione: Come Clarity
Recensire un album degli In Flames significa
al giorno d’oggi spiegare ad un foltissimo pubblico l’operato di una band
che, ormai, ha già toccato l’apice del proprio successo: un gruppo
continuamente alla ricerca dello stimolo per fare di meglio, per aumentare la
quantità di emozioni che è possibile trasmettere con la propria musica. E,
bisogna ammetterlo, dopo dischi come Whoracle o Reroute To
Remain un obiettivo del genere non è propriamente facile da
raggiungere.
Una débâcle quindi, questo nuovo Come
Clarity? Tutt’altro, siamo di fronte ad un disco ispirato, fresco e
sinceramente divertente: idee melodiche azzeccatissime, in una versione
chiaramente moderna, come nelle ottime Reflect The Storm e Dead End,
in cui notiamo anche l’inserto di una voce femminile che potrebbe –
attenzione, potrebbe – ricordare certi Evanescence; o nella ancor più bella Crawl Through Knives, senza dubbio la migliore traccia dell’album.
Certo, c’è da chiedersi cosa mai sia accaduto ad Anders Fridén per farlo
sembrare un anti-eroe del post-grunge in depressione cronica, sia a livello di
immagine che, a volte, nella timbrica vocale, ma…sono dettagli, se vogliamo,
che non sporcano l’essenza limpida di uno dei gruppi metal più creativi degli
ultimi due decenni. Vero anche che ormai il target degli In Flames si è spostato, e le
sensazioni che suscitano sono molto “cinematografiche”: perfette per
videoclip (come quello di Take This Life, già disponibile sulle varie TV
musicali) o certi film d’azione hollywoodiani, così come per un pubblico
molto giovane.
La loro è una musica che non è più giusto catalogare e giudicare entro i
parametri di un determinato stile, come si faceva (e si fa tuttora) con il
famoso melodic death di Gothenburg; è il frutto di un’esperienza, di una
crescita che tiene conto di tutto quanto assorbito negli anni dai membri della
band, dalle loro vicende personali e stilistiche (non dimentichiamo ad esempio i
Passenger, gruppo gestito dal cantante e rivelatosi sfortunatamente un
mezzo flop: non hanno poca importanza nel comprendere il cammino musicale svolto
da Anders). E sì, nell’esperienza acquisita va inclusa anche la capacità di
fiutare le esigenze del proprio pubblico e di saperle soddisfare: il che per il
metal kid medio significa “commercialità”, ma che in realtà possiamo
tranquillamente apprezzare come vero e proprio talento, visti i risultati sempre
(o quasi) all’altezza.
Il problema fondamentale degli In Flames del 2006 è che, come è
destino di chiunque, la loro spinta innovativa si è ormai esaurita: spero di
essere smentito nei prossimi anni, e lo spero soprattutto per il loro folto
pubblico, ma è un dato di fatto che Come Clarity non inventi
nulla, rielaborando quanto di buono già inserito nel loro stile in passato.
Come già evidenziato per Character, ultima opera della loro
nemesi, i Dark Tranquillity, per una band che ha sempre tracciato la strada
questo non è un semplice puntino su una “i”, anzi.
Qualche
ombra che comunque non riesce ancora ad offuscare la luce dei loro brani: che
non sono certo immancabili, ma si fanno ascoltare bene anche dopo diverso tempo,
il che ormai è una dote più unica che rara.
Tracklist:
1. Take This Life
2. Leeches
3. Reflect the Storm
4. Dead End
5. Scream
6. Come Clarity
7. Vacuum
8. Pacing Death’s Trail
9. Crawl Through Knives
10. End of Things
11. Our Infinite Struggle
12. Vanishing Light
13. Your Bedtime Story Is Scaring Everyone