Recensione: Come One, Come All
“Accorrete gente! Il grande “Circo del Rock” è aperto ed è giunto nella vostra città! Grande energia e divertimento assicurato per tutti!”
Al primo impatto con l’ottimo artwork di “Come One, Come All”, sembra proprio di ascoltare un annuncio come questo, il quale ha il preciso scopo di incuriosire il pubblico per invogliarlo a vedere lo spettacolo.
Missione compiuta! Questo primo album dei Circus Of Rock – nuovo progetto di Mirka Rantanen, batterista finlandese già conosciuto per la militanza nei King Company – certamente non potrà non incuriosire orde di rockers appassionati che, attirati dalla folta schiera di ospiti coinvolti, non potranno fare a meno di acquistare il biglietto, mettersi comodi e godersi lo spettacolo.
Il pirotecnico attacco dell’iniziale “The Beat”, come volevasi dimostrare, rappresenta una pura scarica di adrenalina, in grado di scuotere e coinvolgere il pubblico dalla prima all’ultima nota.
Ottima, inoltre, la performance di Riku Turunen (vocalist degli Enforce tra gli altri), primo ospite di questo esordio.
Squisiti echi di Deep Purple animano poi la seguente “Disperate Cry”, scelta come primo singolo ed impreziosita dalla grande voce del bravissimo Johnny Gioeli (Hardline, Axel Rudi Pell fra gli altri).
Pochi minuti dopo l’adrenalina resta alle stelle nelle note della potente e melodica “Sheriff Of Ghost”, la cui carta vincente è un refrain orecchiabile e diretto, interpretato dalla graffiante ugola di Marco Hietala (ex Nightwish).
La seguente “Never” strizza prepotentemente l’occhio al tipico rock dei Survivor, mentre “In Times Of Despair”, caratterizzata dalla suadente ed energica voce della splendida Elize Ryd (Amaranthe), alterna con successo momenti dolcemente romantici ad un ritornello ipnotico e massiccio.
Marcati echi purpleliani contraddistinguono anche la granitica e bellissima “Crossroads”, alla quale segue poi la più movimentata “Caught In The Middle”, interpretata dal grande Danny Vaughn (storico cantante dei Tyketto).
Pur non aggiungendo nulla di nuovo a quanto ascoltato finora, la successiva “Plywood Covered Windows And Crappy Shoes”, è talmente ben scritta da risultare comunque ottima all’ascolto.
“Edge Of Love” prosegue con coerenza sulla scia delle precedenti tracce, presentando anch’essa uno schema melodico orecchiabile e diretto, al fine di coinvolgere il pubblico fino in fondo.
La rocciosa “Set Me Free” inaugura l’ultima parte dello “spettacolo”, che prosegue poi sulle note della melodica e sognante “Everafter”.
Certo: lo schema compositivo dei Circus Of Rock è ormai ampiamente collaudato e non lascia spazio a sorprese improvvise. Nonostante questo, anche “No Reason” svolge il suo compito alla perfezione.
Con ancora uno sguardo d’ammirazione verso il sound tipico dei Survivor, “Tears Of The Clown” rappresenta il vero momento dolce del disco, mentre a concludere lo “show” arriva la sostenuta “Burning”, la quale, con grande disinvoltura, sfoggia un altro Refrain curato nei minimi dettagli.
Cala dunque il sipario su un album effettivamente sorprendente e privo di cali di tensione. Davvero un ottimo lavoro!