Recensione: Coming Soon To A Theatre Near You, The 2nd
Sbalordire a quanto pare vuole essere la parola d’ordine dei danesi Notre Dame. Credo infatti che la loro fama sia dovuta prima che alla loro musica, all’immagine che danno si sè. Cercando di distaccarsi dai soliti canonici clichè black metal, questi quattro pazzi si presentano con un’immagine tetra ma al tempo stesso molto carica di ironia; la figura di Vampirella (se non erro ex-pornostar) è poi immancabile nel loro immaginario vampiresco ed erotico.
Come alcuni di voi sapranno, questo non è un nuovo album: “Coming Soon To A Theatre Near You!!!” risale infatti ad alcuni anni fa (era uscito per la precisione il 31 ottobre 1998, ad halloween…) ed è stato ristampato e remixato dalla Osmose, con l’aggiunta di ben 6 bonus tracks. Se ne sia valsa la pena o meno, me lo sto chiedendo ancora adesso.
La prima traccia, “The Betts Of Notre Dame”, sembra corrispondere perfettamente all’immaginario che un ascoltatore si crea vedendo i 4 personaggi. Black metal molto teatrale e orchestrato, senza particolari punti di spicco, del quale non rimane granchè in testa. La svolta si ha immediatamente con la succesiva Blacksmith & Co”, nella quale le sonorità sono decisamente debitrici al thrash black di scuola anni ’80. Una traccia tutto sommato abbastanza energica, ma che non riesce ancora una volta a stupire in alcun modo.
Tutto tende a perdersi dietro all’anonimato, e quella freschezza che l’immagine vorrebbe suggerire non si riesce assolutamente a trovare. La loro biografia stessa descrive la loro musica come Horror Metal: da cosa si deduca questa caratteristica proprio non lo capisco. A me sembra che ci siano poche idee male assemblate e con un’impronta vagamente black. Prendete ad esempio “A Misconception Of The French Kiss”: proprio non riesco a capire a cosa voglia giungere una canzone simile, che scopi si prefigga, se sia questa la presunta originalità di cui i Notre Dame si propongono come fautori.
Ci sono degli spunti decisamente interessanti, ma troppo pochi al punto che a fatica riescono a far dimenticare la noia generale che aleggia. Se avete presente gli ultimi album di Morgul, sappiate che vi troverete delle caratteristiche in comune, anche se in questo caso è molto più consistente la vena ironica e provocatoria. Paradossalmente i Notre Dame riescono molto meglio nelle parti Thrash Black che in quelle orchestrali, dove assomigliano ad una squallida parodia dei Cradle Of Filth più beceri.
A mio parere, questo è il tipico esempio di gruppo che nasconde la pochezza di idee dietro ad un’immagine provocatoria; c’è veramente di meglio in giro, soprattutto se siete alla ricerca di prodotti particolari. Qui di innovativo c’è poco o nulla, mentre di canonico c’è l’ennesimo tentativo di mettere la maschera di artisti a dei buffoni da circo.
Track list:
01. The Bells Of Notre Dame
02. Blacksmith & Co.
03. Vlad The Impaler
04. Dracula Sucks!
05. Ulv
06. Daughter Of Darkness
07. Sisterhood
08. Michael
09. Give Blood – Save Lives
10. A Misconception Of The French Kiss
11. Horrorscope