Recensione: Command the charge

Di Claudio Casero - 10 Giugno 2005 - 0:00
Command the charge
Band: Suidakra
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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80

I Suidakra escono sul mercato con il loro settimo lavoro intitolato “Command to charge”, album che rappresenta un ulteriore crescita si di stile che di tecnica da parte della band tedesca che si è continuata ad evolvere nel corso dei suoi dieci anni di attività sia in studio che on stage con oltre 120 concerti e numerosi tour.

Fin dalle prime note si ha la certezza che il suono sia lontano anni luce dai primi lavori come “Lupine essences”, “Auld lang Syne” o “Lays from Afar”, album black metal in cui la melodia lasciava ampio spazio alla potenza e all’oscurità sonora.
È molto difficile catalogare questo cd dal momento che la band spazia in diversi generi creando un sound molto particolare ed originale in tutte le sue parti; non c’è quindi dubbi che nel passare degli anni la personalità dei Suidakra si sia formata bilanciando tutte le influenze musicali del loro passato inserendo sempre particolari personali e che potrebbero diventare un marchio inconfondibile.
Chitarre dai riff granitici sono accostate alla voce pulita di Mathias che dialoga spesso con quella più potente e growl del chitarrista Arkadius creando un sapiente mix di generi che stupisce e non annoia mai l’ascoltatore, come nel caso di “Decibel dance” o di “The alliance”.
Per la prima volta i Suidakra sperimentano l’utilizzo di strumenti che provengono da un ambiente lontano dal metal come l’uso di cornamuse in “The alliance” e alcuni elementi folk in “Gathered in fear” che rendono ancora più apprezzabile tutto il lavoro nella sua crescente complessità e molteplicità di stili. Spunta qua e la anche una chitarra acustica come in “A runic rhyme” in cui l’accostamento con i Blind Guardian di “The bard song” è doveroso sia dal punto di vista strumentale che di cantato.
Cavalcate di doppia cassa e voce alquanto potente sono la caratteristica peculiare di brani come “Second skin” e “Reap the storm” che farebbero saltare sulla sedia chiunque facendo tornare la voglia di pogare anche alle persone più tranquille.
Un mezzo passo falso la band lo fa però con “Gathered in fear” in cui la voce non mi convince molto dal momento che risulta a tratti quasi stonata, rendendo il brano poco piacevole e a tratti noioso e “già sentito”.
Infine se dopo la conclusione dell’ultimo brano “The end beyond me” lasciate continuare la riproduzione del cd avrete una simpatica sorpresa; come traccia nascosta è infatti presente una versione particolare della canzone pop anni ’80 “Moonlight shadow” riarrangiata con chitarre distorte e doppia cassa che strapperebbe un sorriso a chiunque.
All’interno del cd sono presenti anche le tracce video live di “Morrigan” e “Reap the storm”.

In conclusione questo “Command to Charge” è un ottimo lavoro che testimonia una notevole evoluzione della band sotto tutti gli aspetti, un lavoro che non ha i “paraocchi” ma che spazia in maniera precisa e piacevole in diversi generi metal accostando alquanto bene la potenza alla melodia ottenendo così un risultato notevole e originale.

TRACKLIST:
1. Decibel dance
2. C14 – Measured by infinity
3. Haughs of cromdale
4. The alliance
5. A runic rhyme
6. Second skin
7. Reap the storm
8. Gathered in fear
9. Strange perfection
10. Dead man’s reel (instrumental)
11. The end beyond me
12. Reap the storm (video track)
13. Morrigan (video track)

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