Recensione: Conformicide
Sono passati quasi dieci anni dall’uscita di “Pwn ‘Em All”, primo EP degli Havok, combo proveniente dal Colorado e facente parte di quel gruppo di Thrash Band, tra le quali citiamo Municipal Waste, Evile, Gama Bomb, Toxic Holocaust e Savage Messiah, che, nella prima decade del secondo millennio, si andarono ad affiancare ai veterani per risollevare le sorti di un genere, entrato in crisi negli anni ’90, che cominciava a tornare ridestando un sempre maggiore interesse nei fan, sia di vecchia data che nuovi.
Oggi il Thrash Metal è di nuovo in prima linea e sono veramente in molti a suonarlo e ad incidere: quasi tutte le band che hanno costituito le due grandi ondate degli anni ’80, sia chi non ha mai mollato nonostante le avversità, sia chi è rimasto in silenzio per oltre una decade, le band che sono sorte dopo il 2000, di cui si è accennato sopra e che sono riuscite ad emergere e, soprattutto, una moltitudine di gruppi che si muovono nel sottobosco underground, suonando ovunque possibile.
Tutti quanti, provenienti da varie nazioni, hanno contribuito a confermare la globalizzazione di un genere che da sempre è un vero e proprio movimento elevatosi, principalmente, per denunciare con rabbia e schiettezza le ingiustizie sociali, i soprusi ed, in generale, quello che non va.
Oggi la qualità tecnica dei musicisti è molto elevata; le idee però sembrano esserlo un po’ meno, forse proprio a causa dell’ampio numero di chi le espone; molte band hanno sonorità simili o manifestano troppo l’influenza dei grandi, finendo per esserne una copia.
Gli Havok, invece, sono tra quelli che cercano di distinguersi, manifestando una propria identità attraverso un sound allacciato al passato, ma personale. Il risultato del loro lavoro è “Conformicide”, il nuovo album pubblicato il 10 marzo 2017 via Century Media Records.
La loro proposta è un Thrash derivante dal ceppo dei Megadeth, dei Death Angel di “Frolic Through the Park” e di “Act III” e, per alcuni passaggi, dei Canadesi Annihilator, basato molto sul mettere in luce l’estro dei musicisti. Questi sono tutti di ampia levatura, sia chi è presente dalle origini (il vocalist/chitarrista David Sanchez), sia chi è subentrato in un secondo tempo (il batterista Pete Webber ed il chitarrista Rece Scruggs), sia l’ultimo acquisto (il bassista Nick Schendzielos).
“Conformicide” non è la novità assoluta, trovandovi in esso tutti gli elementi caratteristici del Thrash tecnico: arpeggi introduttivi, velocità frammentata da rallentamenti e cambi di tempo improvvisi, voce arrabbiata ed anche effetti sonori atti a rimarcare i contenuti dei testi, quali l’inizio di un telegiornale (“Intention to Deceive”) o i rumori del traffico urbano (“Wake Up”).
E’ il songwriting parecchio efficace che mette assieme e rende fluido tutto questo; con esso il combo assume quel tocco di personalità che lo rende riconoscibile tra molti.
Pur trattandosi di un lavoro di squadra, degno di menzione speciale è quello del nuovo bassista, che riesce ad integrare nei pezzi anche dei ritmi che non sono propri del Thrash Metal, quali il funky, senza con questo fargli perdere forza. In evidenza per tutta l’opera, la sua abilità risalta particolarmente nell’opener “F.P.C.”, nella successiva “Hang ‘Em High” ed in “Circling the Drain”.
L’album dura oltre un’ora, con dodici pezzi di buon minutaggio. Oltre alle tracce già citate, tutte più che di discreta fattura, si evidenzia ancora “Dogmaniacal”, con un fosco arpeggio iniziale ed un assolo melodico che frammenta delle partiture molto potenti ed arrabbiate; “Masterplan” unisce l’incedere marziale della batteria alla melodia della doppia chitarra per poi cambiare tempo, prima cadenzato e grave, poi molto veloce; la successiva “Peace Is in Pieces” è un brano molto potente ed eclettico, che presenta inserti quasi psichedelici mentre “Claiming Certainty” è diretta e veloce senza compromessi.
Chiude “Slaughtered”, cover del brano dei Pantera inserito nel loro settimo album “Far Beyond Driven” del 1994, introdotta da “String Break”, breve scherzo sonoro alla Anthrax.
Dall’uscita di “Pwn ‘Em All” è passata tanta acqua sotto i ponti (o meglio sono usciti quattro Full-Length). Gli Havok sono cresciuti ed hanno maturato esperienza riuscendo ad affiancarsi ai grandi degli inizi e restando sulla cresta dell’onda formata dalle tante band della loro generazione.
“Conformicide” è un album che s’inserisce bene nel contesto attuale, ponendosi nella giusta evidenza tra le migliori produzioni uscite in questi ultimi mesi.
Continua ad essere un ottimo periodo per il Thrash Metal ed il merito è anche degli Havok.