Recensione: Conforming To Abnormality [Reissue]

Di Alberto Fittarelli - 15 Settembre 2008 - 0:00
Conforming To Abnormality [Reissue]
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Anno: 2008
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72

Sono passati ormai 10 anni dal debutto dei Cephalic Carnage, sostanzialmente i precursori della visione “tecnica” del grindcore: era infatti il 1998 quando la band del Colorado pubblicava Conforming To Abnormality, un debutto che, sulla lunga distanza, avrebbe profondamente cambiato un’intera scena musicale. Li scovò un’etichetta italiana ormai da tempo defunta, non senza qualche strascico polemico, la Headfucker Records, e non si può certo dire che la scelta non sia stata coraggiosa: un gruppo brutal/grind che puntava tutto sulla schizofrenia sonora, su influenze jazz, su strutture matematiche ma aliene alla forma-canzone a cui eravamo abituati, 10 anni fa, era decisamente un azzardo.

Un azzardo però premiato nel corso degli anni da un crescente successo: non dimentichiamoci infatti che subito dopo la pubblicazione del disco, i Cephalic Carnage fecero un bel giro di concerti con gli allora misconosciuti The Dillinger Escape Plan, gettando definitivamente le fondamenta di una visione del metal estremo (espressione un po’ più precisa, forse, dell’abusato termine “scena”) completamente rivoluzionaria. E rivoluzione fu, tanto che i Cephalic se ne uscirono con split, 7″, persino un mini costituito da un solo pezzo doom (!) di 19 minuti (altra scelta coraggiosa, per i tempi), l’ormai culto Halls Of Amenti; il tutto, per giungere agli ultimi due splendidi dischi, Anomalies e Xenosapien, che mostrano un gruppo maturo e ormai pienamente consapevole della propria importanza, e alle sale gremite dei loro concerti attuali.

Questa è la storia: ora, come giudicare obiettivamente Conforming To Abnormality? Semplice, come il primo di una lunga serie di passi azzeccati. L’album si fece notare subito per il suo essere “difficile”: caratteristica forse un po’ sfumata in un decennio, nel corso del quale ci siamo abituati a parti ben più malati, ma ancora oggi fa effetto ascoltare gli stacchi jazzati del gruppo, inseriti in strutture ancora ben ancorate al brutal. Il carismatico “Lenzig” Leal, al microfono, era capace già allora di creare disagio nell’ascoltatore, disorientandolo con timbri diversissimi tra loro, coadiuvato da una chitarra mai ferma su un riff per più di due battute e da una sezione ritmica che incita gli altri a delinquere, e lo fa più volte in ogni brano.

Certo è che un brano come Extreme of Paranoia, alla fine degli anni ’90, non lo si era ancora sentito: stop’n’go con stravolgimenti sonori (persino un beat techno nel bel mezzo del brano) e una voglia di jazz che emerge, pur nel magma grind, e stravolge la struttura della canzone; per quanto la potenza promozionale della Headfucker non fosse certo eccezionale, la follia del gruppo americano creò un certo scalpore tra gli appassionati, scalpore che si andò consolidando poi con il riuscito seguito Exploiting Dysfunction, che portò alla celebre definizione della loro musica come hydrogrind

Ricordi a parte, quello che troverete in questa aggiornata ristampa Relapse è un disco di brutal/grind ancora oggi intelligente e interessante, con una produzione di discreto livello, rimasterizzato e remixato, ovviamente, ma soprattutto arricchito da ben 21 brani bonus, cioè dall’intero split pubblicato dai Cephalic con gli Anal Blast (gruppetto da cui è passato anche un certo Joey Jordison…) nel 2002: molte delle tracce durano in realtà pochi secondi, ma non è un buon motivo per guardare in bocca a caval donato, giusto? Se vi sentite “storici del metal estremo”, se volete sapere come sono nate certe idee, o semplicemente se volete godervi genio e follia, questa ristampa è per voi.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

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Tracklist:

1.    Anechoic Chamber    01:33   
2.    Jihad    04:14   
3.    Analytical    04:12   
4.    Wither    02:09   
5.    Regalos de Mota    05:13   
6.    Extreme of Paranoia    04:54   
7.    A.Z.T.    00:48   
8.    Waiting for the Millennium    09:37

Bonus tracks (dallo split Cephalic Carnage/Anal Blast, 2002):

9.: Live At Your Mom’s House (00:31)
10.: Exhumed Remains (01:45)
11.: Britches (00:22)
12.: Struggle (02:29)
13.: Trailer Park Meth Queen (01:02)
14.: Phantom Pharter (01:20)
15.: Strung Out On Viagra (01:15)
16.: Perversions And The Guilt After (03:51)
17.: Stepped In Cow Shit Blues (00:32)
18.: Father Pederast (00:08)
19.: Once More Without Feeling (00:04)
20.: Untitled (00:04)
21.: Untitled (00:10)
22.: Shut Up (00:04)
23.: Novocaine (Reinstalling Teeth) (00:14)
24.: Shrimp Po’ Boy (00:50)
25.: Celebrate (00:08)
26.: Ocular Penile Receptacle (02:20)
27.: Dave’s Lunch 01:51)
28.: Untitled (02:17)

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