Recensione: Conjure And Command
I Toxic Holocaust sono la creatura musicale di Joel Grind, polistrumentista statunitense dalle inclinazioni musicali grezze ed estreme. Questi sono, nella sostanza, gli ingredienti che identificano l’aspetto compositivo della discografia della band. Tale ricca discografia ha preso il via nel 1999 ed è arrivata alla quarta produzione d’inediti. È anche arricchita da split e live album, compilation, EP e live DVD. Quindi, dal punto di vista dell’attività, al personaggio in questione non è additabile alcunché. La voglia di fare è onorevole. Non si può dire altrettanto della qualità.
Lasciando da parte gli esordi, di cui è possibile ascoltare qualcosa in rete, c’è da dire che, da quando la band è stata messa sotto contratto da Relapse Records ovvero da quando la maggior parte della gente la conosce, i passi avanti sono stati pressoché nulli. Considerato che la qualità del precedente full-length “An Overdose Of Death…” del 2008 era bassa, lascio già a voi intendere cos’abbiamo per le mani. Di questo, in ogni caso, l’etichetta deve essersi accorta. Sarà un caso che per la prima volta dalla nascita del gruppo non è stato concesso a Joel Grind di suonare tutti gli strumenti? Questo è, infatti, il primo disco dei Toxic Holocaust eretto dal contributo di una formazione a tre elementi. Guarda caso, uno di questi è il batterista Nikki Bellmore, già in formazione negli sludge metaller Kingdom Of Sorrow (prodotti proprio dalla Relapse Records), band capitanata dal grande Kirk Windstein (Down, Crowbar). Povera Relapse, il risultato non cambia, se non per qualche ‘arrangiamento’ in più.
Poca roba… ancora una volta s’ascoltano brani dozzinali. “Conjure And Command” è un concentrato di musica scontata, sentita e stra-sentita in tempi remoti, in cui approcciare a certi stili era spontaneamente dettato dal contesto sociale e dal brulicante tape-trading della ‘novità’, estrema come mai s’era ascoltato prima. Un po’ più difficile pensare che ciò accada oggi, sopratutto alle giovani ‘borghesi’, generazioni ispirate unicamente dalla storia e non dalla reale vita sulla strada, dai valori dettati dalla cultura etico-sociale.
Ecco allora che l’hardcore rudimentale suonato dai Toxic Holocaust non è violento, non stimola il sistema fisico a produrre quella sana adrenalina che ti fa lanciare nella mischia. Il thrash metal di cui ogni brano è tinto non acceca di rabbia e non coinvolge. Come accennato precedentemente, forse non tutto è da buttare. Spunti carucci ce ne sono, solamente in merito al riffing: “Bitch”, “Nowhere To Run”, “The Liars Are Burning”… il problema è che ogni riff azzeccato è puro stile Nuclear Assault, Xentrix, Kreator… un collage di spunti mal assemblati e mescolati in maniera semplicistica. Purtroppo non è presente un solo elemento compositivo che identifichi la personalità di una band mediocre sotto tutti i punti di vista. Si parlasse di una band underground, verrebbe da affermare: «ok, siamo sulla buona strada, ora speriamo in un contratto e nella maturazione». Qui parliamo dei Toxic Holocaust, una band con un contratto alle spalle, tour e supporto… qualcosa non torna.
Credetemi sulla parola, anche in Italia, patria ricca di ragazzi capaci e senza contratto, si trova tanto di meglio. Non mi sento di valutare positivamente chi ritengo non stia dando il massimo, ma cavalchi spudoratamente l’onda del momento. Ho poca fiducia per il futuro, nulla cambierà… però spero di sbagliarmi.
Nicola Furlan
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Track-list:
1. Judgment Awaits You 1:55
2. Agony Of The Damned 3:59
3. Bitch 2:49
4. Red Winter 3:32
5. Nowhere To Run 3:46
6. I Am Disease 4:24
7. In The Depths (Of Your Mind) 2:43
8. The Liars Are Burning 2:54
9. Revelations 2:50
10. Sound The Charge 3:17
All tracks 32 min.
Line-up:
Joel Grind – Vocals, guitars
Phil Gnaast – Bass, backing vocals
Nikki Bellmore – Drums