Recensione: Conqueress – Forever Strong And Proud
La regina è tornata. Stiamo parlando ovviamente di Dorothee Pesch, meglio conosciuta come Doro. La storica lady killer della scena metal, torna con un nuovo capitolo discografico, che casca a pennello con una ricorrenza particolare. Infatti, anche se non stà bene parlare di anni passati quando ci si riferisce di una signora, quest’anno la bionda singer tedesca, si avvicina al traguardo dei quarant’anni di carriera. Esattamente quanti ne sono passati da quel 1983, quando, alla guida dei Warlock, realizzò il primo demo che, avrebbe portato poi al debutto ufficiale l’anno successivo con Burning the Witches. Le celebrazioni di questo prestigioso traguardo sono già iniziate a dir la verità, con le sue esibizioni prima al Wacken Open Air, e successivamente nella sua città natale, a Düsseldorf. Infine per continuare degnamente i festeggiamenti del suo lungo regno, ecco arrivare un album nuovo di zecca dal titolo Conqueress – Forever Strong And Proud. Registrato tra Miami, New York ed Amburgo ed edito dalla Nuclear Blast, con questo nuovo lavoro, Doro Pesch vuol far vedere di essere ancora sulla cresta dell’onda.
Il disco inizia con Children of the Dawn, un brano epico dai toni gloriosi. Un apertura che ha il sapore di una marcia trionfale, di quelle che accompagnano l’arrivo di un’autorità regale.
Successivamente troviamo Fire In The Sky, brano energico che personalmente avrei visto meglio nel ruolo di opening track. Tenendo conto però, della buona qualità di entrambi i pezzi appena ascoltati, possiamo definirlo un dettaglio irrilevante. La terza traccia vede già la presenza di un illustrissimo ospite: il metal god Rob Halford che duetta con Doro su Living After Midnight, classicissimo cavallo di battaglia dei Judas Priest. Una formidabile accoppiata di assi oltre che una buona soddisfazione per Doro, che può finalmente incrociare la voce con uno dei suoi idoli di sempre.
Un arpeggio introduce All For You, pezzo con il giusto sprint che quasi sfiora certe punte di power metal. Un rombo di motore annuncia l’inizio di Lean Me Rock Machine, una traccia che gioca su di un ritornello anthemico, come già a suo tempo la All We Are dei gloriosi anni nei Warlock.
Decisamente più cupa invece I Will Prevail, con una chitarra tagliente come un rasoio che và a braccetto con il cantato rabbioso di Doro. Probabilmente il pezzo più cattivo dell’intero album oltre che uno dei più riusciti.
Di tutt’altra pasta invece la seguente Bond Unending, un brano dove la bionda cantante spiazza l’ascoltatore con un pop rock dalla forte attitudine radiofonica. Per l’ occasione fà la sua comparsa anche il secondo ospite: Sammy Amara, vocalist della rock band tedesca Broilers. Una canzone tutto sommato divertente che dimostra l’abilità di lady Pesch nel cimentarsi anche fuori dagli schemi del metallo pesante.
Dopo aver riso e scherzato con il pop rock, è ora di tornare a fare sul serio con Time For Justice. Una traccia urticante dai contorni sleaze che corre sui binari del metallo rovente.
Ascolta questa prima porzione di album, possiamo constatare come la voce di Doro continui a graffiare ancora come negli anni d’,oro (scusate il gioco di parole). Una prestazione maiuscola con cui consolidare la sua ragguardevole carriera artistica.
Arriva quindi il momento del lentone. Fels in der Brandung: una ballata orchestrale dotata di buon pathos con la strofa in inglese e il ritornello in tedesco.
Ci addentriamo così nella seconda metà di quest’opera. Il disco che finora non ha sbagliato un colpo, comincia però da adesso, a segnare qualche piccola battuta d’arresto. Love Breaks Chains è un mid tempo che denota un leggero passo indietro rispetto alla media dei brani ascoltati finora. Un pezzo passabile ma niente di più.
Qualità abbastanza standard anche per Drive Me Wild, un hard rock di tipica scuola tedesca costruito su di un tempo medio forse un po’ stanco. Hard rock più spiccio sulla vivace Rise, per passare poi alla seconda ballad con Best In Me. Heavenly Creatures è un rockettino easy listening, sulle cui note Doro dichiara il suo amore per gli animali.
Arriviamo così alla fine di Conqueress – Forever Strong And Proud. E per chiudere in bellezza ecco tornare Rob Halford a raggiungere Doro in un secondo duetto. Questa volta per una cover di Total Eclipse Of The Heart, celebre hit degli anni 80 originariamente eseguita da Bonnie Tyler. Il brano viene qui riproposto in modo magistrale dai due vocalist, con una Doro particolarmente calata nella parte ed un Halford letteralmente sugli scudi.
Conqueress ci testimonia il buon stato di forma di Doro Pesch. Un disco tutto sommato ben equilibrato che nonostante perda qualche colpo sul finire, si conferma per i suoi due terzi riuscito. Forse l’unica pecca di questo full length sta un po’ nella lunghezza, con le tracce più deboli concentrate nella parte finale. Se ci si fosse fermati alle prime nove canzoni avremmo avuto un prodotto senza sbavature. Ma tutto sommato, anche negli episodi meno riusciti, non denota comunque particolari lacune. Alla fine, quindi, possiamo parlare di un lavoro andato a segno.
https://www.doromusic.de
https://www.facebook.com/DoroPeschOfficial