Recensione: Consequence Of Power
Dopo un escursione in campo hard rock, con il buon esordio del side-project Machines Of Grace, Zak Stevens torna con i suoi Circle II Circle. Consequence Of Power è il quinto full length di una band che ha esordito nel 2003 (anno d’uscita di Watching In Silence), e che è riuscita, dunque, a piazzare cinque uscite, senza contare gli EP, in sette anni. I risultati, questo va detto, sono stati altalenanti, considerando che al valido esordio era seguito il non proprio ispirato The Middle Of Nowhere, come all’ottimo Burden Of Truth era succeduto il piuttosto deludente Delusions of Grandeur. Vista l’alternanza di rendimento, nel 2010 doveva essere il turno di un’uscita “valida”, e così è stato.
Se poco cambia rispetto al passato in quanto a sonorità e meno ancora è mutato per quanto riguarda il genere proposto, sempre in bilico tra heavy e US power, il punto di forza di Consequence Of Power va ricercato nel songwritng davvero fresco e in una produzione impeccabile, che strizza l’occhio alle sonorità moderne senza esagerare.
Il platter risulta vincente sin dai primi pezzi, aspetto nel quale aveva miseramente fallito il lavoro precedente. Si parte con Whispers In Vain, la quale forse non brilla per originalità o per un qualche elemento di spicco, ma è nel complesso apprezzabile, grazie per lo più all’ottimo lavoro di Andy Lee. Splendida invece la title track, una power-song dalla potenza trascinante e con un chorus coinvolgente e di immediata assimilazione. Prova maiuscola di Zak, che quando c’è da unire melodia ed energica intensità conosce pochi rivali. E’ ancora un solido riffing da parte di Lee a far la differenza in Out Of Nowhere (che gode anche di un basso indiscusso protagonista all’inizio) così come nella successiva Remember, nella quale si può apprezzare anche il solido drumming di Osborn, batterista di sicuro non tra i più fantasiosi, ma che sa far egregiamente la sua parte quando si tratta di mettere in campo precisione e potenza.
Mirage si presenta ricca di groove all’inizio per diventare ben presto più oscura, nonostante il consueto ed immancabile ritornello orecchiabile tagliato su misura per la voce di Stevens.
Con Episodes Of Mania i Circle II Circle tornano su lidi power; un brano intenso ed arricchito da un break centrale di chitarra che irrompe all’improvviso rallentando di colpo il pezzo, finché questo non riesplode riprendendo il cammino interrotto. In Redemption oltre ad un pregevole assolo di chitarra, si può trovare una sezione ritmica finalmente un po’ più varia ed in grado di migliorare la struttura di una canzone certo non indimenticabile.
Take Back Yesterday arriva, con un po’ di ritardo a dir la verità, a dare un po’ di ariosità a Consequence Of Power, tanto che c’è da chiedersi come mai non sia stata messa a metà della tracklist; ad ogni modo svolge bene il suo compito di alleggerire un disco che, fino a questo momento, aveva lasciato ben pochi momenti per tirare il fiato. Intro ed accompagnamento di piano, linee vocali molto melodiche, un altro ottimo assolo di Lee Et voilà, il piatto è servito, ricco ed invitante.
In Anathema il riffing torna a farsi cupo e tagliente, mentre l’oscurità della strofa è ben controbilanciata da un pre-chorus che si appoggia sul piano per farsi strada e risulta come uno squarcio di luce nell’oscurità. Ancora un gran bel pezzo, anche questa volta non indimenticabile, ma che si lascia ascoltare più che volentieri.
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo, arriva il classico capolavoro che vale da solo l’acquisto del disco: Blood Of An Angel metterà i brividi a parecchi nostalgici del Savatage-sound; un brano che riporta inevitabilmente alla mente le grandiose ballad della indimenticata band di Tarpon Springs, con tanto di piano protagonista ed uno Stevens incantevole per espressività e sentimento.
Consequence Of Truth può assolutamente competere con Burden Of Truth come miglior uscita discografica targata Circle II Circle, e non è poco vista l’ottima fattura di quest’ultimo.
Lo standard delle song rimane molto alto per tutta la durata del disco, con alcuni picchi notevoli quali la conclusiva Blood Of An Angel e la title track, senza colpi a vuoto di sorta. La band si dimostra coesa ed affiatata, capace di proporre un notevole muro sonoro sul quale il talento vocale di Zak Stevens può liberarsi completamente, ma senza mettere in ombra il lavoro svolto dagli altri.
Forse non entrerà nella storia del genere e, con ogni probabilità, non sarà mai considerato un capolavoro, ma Consequence Of Truth è un gran bel disco ed indubbiamente una prova di forza per una band che, oggi più che mai, è “alive and kicking”.
Massimo Ecchili
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Tracklist:
01. Whispers In Vain 5:24
02. Consequence Of Power 4:23
03. Out Of Nowhere 4:10
04. Remember 5:28
05. Mirage 5:04
06. Episodes Of Mania 5:08
07. Redemption 5:29
08. Take Back Yesterday 5:02
09. Anathema 5:14
10. Blood Of An Angel 5:07
Line-up:
Zachary Stevens: vocals
Mitch Stewart: bass
Andy Lee: guitars
Johnny Osborn: drums