Recensione: Conspiracy

Di Fabio Vellata - 22 Novembre 2006 - 0:00
Conspiracy
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Anno: 2006
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73

Tempo di album solista (secondo della carriera) per Michael Bormann, attivissimo singer di origine tedesca protagonista, negli ultimi anni, di una lunga serie di collaborazioni con numerose bands orbitanti nell’area Hard Rock ed AOR di matrice europea.
Noti i suoi trascorsi con i Jaded Heart, gruppo dal quale ha nel passato attinto le maggiori soddisfazioni in termini di successo, si ricordano anche le partecipazioni a vari platter di Letter X, Biss, Charade, e più recentemente le comparsate in qualità di frontman nelle nuove uscite di Rain e Zeno Roth.

Ora è invece la volta di “Conspiracy”, come si diceva, secondo prodotto solista e “parto” unico della mente e delle capacità di Bormann, trattandosi infatti di un disco realizzato in piena indipendenza stilistica e commerciale, inciso e distribuito dalla propria etichetta privata, la RMB Records, oltre ad essere formato per la gran parte da brani pensati e suonati dallo stesso cantante teutonico, coadiuvato in qualche occasione da alcuni ospiti di buon rilievo (Tommy Denader su tutti).
Il livello sostanziale e compositivo non si discosta tuttavia di molto dalle tonalità già ben frequentate in carriera, attestandosi quindi su di un Hard Rock decisamente melodico, morbido e levigato, cosparso da qualche attimo di maggiore veemenza e del tutto assimilabile a quanto offerto in passato con i già nominati Jaded Heart.
E’ comunque da sottolineare sin da subito, come il cd non abbia caratteristiche tali da renderlo di categoria “superiore” o imperdibile, proponendosi piuttosto come un lavoro che si mantiene su valori accettabili ed orientato ad una quotazione complessiva più che discreta, sebbene non privo di qualche imperfezione e calo di tono, che in qualche episodio fanno apparire abulico ed inefficace il percorso musicale offerto.

Buono l’inizio, riservato alla notevole title track che rivela qualche attinenza con i Def Leppard, sviluppandosi su di un crescendo accattivante ed un ritornello pregevole, doppiata poi dalle altrettanto valide “It’s Only Physical” e “Stand Up”, canzoni che sembrano prelevate direttamente dal songbook dei JH per atmosfere e suoni; “Two Of A Kind” è invece la prima ballata della scaletta, situazione che si conferma essere tra le preferite di Bormann, qui alquanto a proprio agio in un duetto con la sconosciuta cantante Anette Blyckert (invero piuttosto brava) a contorno di una melodia decisamente zuccherosa e rilassata.
Toni più sostenuti in “No Regrets”, up tempo di accettabile dinamismo ed in “Devil’s Son”, hard rock roccioso e finalmente “quadrato”, piacevole per vigore ed energia. “Ain’t Just A Bit” prosegue con tempi medi, offrendo un ritornello abbastanza efficace, per poi lasciare il posto al Pomp – AOR di “Living Just A Lie”, scritta in collaborazione con Denander ed estremamente debitrice nei confronti della scena scandinava (di sicuro impatto il chorus); cala da qui in avanti la tensione emotiva delle composizioni, riservando una serie di brani per lo più lenti e dalle tonalità soffuse che, pur non dispiacendo, fanno scemare l’attenzione dell’ascoltatore, non offrendo particolari momenti di spicco o attimi sopra le righe.
Le “notturne” “Reaching Out”, “One Man, One Soul”, “So This Could Be You”, “Amazing” e “Samirangel”, come detto non risultano essere pezzi sgradevoli o fastidiosi, tuttavia rischiano di apparire un “allungamento” eccessivo e trascinato del disco, che forse con qualche canzone in meno o con una distribuzione più omogenea (evitando cioè di ammassare i molti “lenti” nel finale), avrebbe guadagnato in compattezza e consistenza non risultando esageratamente lungo e prolisso, nonché in certi (brevi) istanti, prossimo a qualche accenno di noia.

Nel complesso un album comunque piacevole, in grado di riservare una serie di brani talvolta di facile assimilazione e ben interpretati da un cantante di notevole spessore ed esperienza.
“Conspiracy” varrà sicuramente almeno un attento ascolto da parte dei melodic rockers, pur senza riservare particolari colpi di scena o grandi sorprese al di là di un nucleo di tracce di discreta classe, confezionate ed eseguite con grande mestiere e professionalità.

Tracklist:

01. Conspiracy
02. It’s Only Physical
03. Stand Up
04. Two Of A Kind
05. No Regrets
06. Devil’s Son
07. Ain’t Just A Bit
08. Living Just A Lie
09. Reaching Out
10. One Man, One Soul
11. So This Could Be You
12. Amazing
13. Samirangel

Line Up:

Michael Bormann – Voce / Chitarra / Tastiere / Basso / Batteria
Tommy Denander – Chitarra
Guido Gallus – Batteria
Oliver Müller – Basso
Andreas Rippelmeier – Chitarra
Marco Graßhoff – Tastiere
Per Helge Bruvoll – Batteria

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