Recensione: Constructed On Blood
Difficile esprimere un giudizio su un album a suo modo così contraddittorio com’è questo Constructed On Blood. Il nuovo episodio della formazione nostrana è presentato dalla biografia come un vero e proprio cd, e come tale ho dunque deciso di trattarlo: ne consegue che non si possono ignorare fattori importanti, che a livello di demo avrebbero fatto sentire molto meno il loro peso (nel bene come nel male). Inutile nascondere che sotto non pochi aspetti l’album non mi ha convinto del tutto; questo nulla toglie alle grandi potenzialità di questo gruppo, che dimostra in vari frangenti di avere i mezzi per dire qualcosa di importante nel panorama estremo sia italiano che straniero.
Brevi considerazioni sul suono: francamente il loro miscuglio aggressivo di Death e Brutal richiedeva una cura molto maggiore in fase di registrazione. Troppo spesso i suoni si impastano, rendendo confuse delle strutture che invece dovrebbero suonare molto più ben delineate. In questo è stata proprio la registrazione l’ostacolo, visto che a livello esecutivo il gruppo è ottimamente preparato. Aggiungerei che il suono delle chitarre avrebbe reso molto di più se fosse stato più potente, invece che così tagliente. Se è vero che non è bello stare a sindacare sulla produzione nel caso di un gruppo autoprodotto, non bisogna dimenticare che sto parlando di Constructed On Blood nei termini di un album, quindi con dei determinati impegni anche nei confronti di chi legge. E poi per un certo tipo di Death, il suono non è sempre così secondario.
Esaurita questa parentesi, passiamo alle note positive. “You Are Nothing” e “Erasing Personality (Take Our Words)” la dicono lunga: il song-writing non è opera di inesperti, anzi. Le strutture variano con molta scioltezza, senza che la macchina si inceppi, e più di un passaggio è veramente encomiabile per potenza e mordente. La seconda traccia ha tra l’altro un particolare fascino, visto che mi riporta alla memoria qualcosa dei miei adorati Sinister. Sono assolutamente da segnalare la prestazione del singer Peppe (buona sia la timbrica che le scelte metriche) che quella del batterista Andrea, col suo drumming che suona molto istintivo. Ma in generale tutto il gruppo ci sa fare, e le due bonus-track finali, registrate dal vivo, ne sono la prova (molto bella tra l’altro “Scream Your Terror“).
Mi ha lasciato parzialmente perplesso “Vampire Lord“, con le sue aperture piuttosto anomale (e talvolta anche scontate) per il suono del gruppo; sinceramente ho trovato la traccia in questione troppo fuori contesto. Qua e là poi sembra che la band arranchi sui clichè, perdendo così quella freschezza che molte altre soluzioni lasciano invece intravedere. Dettagli che intaccano comunque ben poco l’idea che mi sono fatto delle loro potenzialità.
Insomma, i Traumagain non sono valorizzati al massimo da questo lavoro; mi riesce difficile esprimermi in termini più entusiastici per i limiti che già ho fatto notare. Limiti che potrebbero essere per lo più legati a fattori esterni alle effettive capacità del gruppo, e che per questo non possono certo impedirmi di attendere con una certa curiosità una prossima uscita (magari un po’ più professionale) del gruppo. Ovviamente con i miei migliori auguri.
Matteo Bovio
Tracklist
1. You are Nothing
2. Erising Personality (Take Our Words)
3. Vampire Lord
4. Erebos
5. Desolation Symphony
6. Scream Your Terror [Live – Bonus Track]
7. The Useless Body [Live – Bonus Track]
PS: sfrutto questa nota, dopo un brevissimo scambio di email con il mainman del gruppo, per rimediare ad uno spiacevole equivoco. Per cause (che è futile evidenziare in questa sede) c’è stato un malinteso (la cui colpa ricade quasi totalmente su di me): questo lavoro non è un full-lenght, ma un demo. Per varie ragioni ho preferito non riscrivere la recensione. Vi invito dunque a considerare quanto scritto sotto quest’altra prospettiva, e, se proprio ci tenete, ad aggiungere una manciata abbondante di punti al voto. Approfitto di questo spazio anche per scusarmi per l’ennesima volta col gruppo, e ovviamente con i lettori.
– Matteo –