Recensione: Contra-Mantra [Reissue]

Di Angelo D'Acunto - 5 Settembre 2008 - 0:00
Contra-Mantra [Reissue]
Band: Jaugernaut
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2008
Nazione:
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78

I Jaugernaut sono un gruppo prog rock proveniente dallo stato di Washington
(U.S.A.), formatosi sul finire degli anni ’80 e sparito dalle scene
musicali in tempi brevissimi dopo la pubblicazione di soli due full-length autoprodotti.
Nel 2003 Jim Johnston, unico membro
del gruppo ancora interessato al mondo della musica, decide di riesumare il
progetto prendendosi carico di suonare tutti gli strumenti e dà alla luce il
nuovo studio album, Contra-Mantra, che viene ristampato nell’anno 2008 dalla
prestigiosa ProgRock Records.

Il sound racchiuso all’interno di questo terzo lavoro dei Jaugernaut è un
rock progressivo di matrice settantiana, in gran parte debitore a quelle
che furono le composizioni delle formazioni inglesi con sterzate nettamente più
pomp rock. Il primo punto a favore di questo nuovo Contra-Mantra risiede in un
songwriting fresco e ben supportato da una produzione moderna e curata in ogni
minimo dettaglio. Le sette tracce a disposizione in questo disco, a livello di
testi, sono unite da un unico filo conduttore che è un concept riguardante l’esoterismo
e le radici del male. La durata media dei brani risulta essere
decisamente impegnativa, ma non per questo difficile da digerire, grazie anche
agli onnipresenti accompagnamenti sinfonici delle tastiere (il vero e proprio
punto di forza dell’intera produzione) ed ai refrain sempre molto melodici.
Il disco si apre subito con Anthem: una lunga suite di dodici minuti circa che
vengono suddivisi in diversi movimenti, i quali si alternano fra parti più lente
e riflessive, come nel break centrale caratterizzato principalmente dagli
arpeggi in acustico delle chitarre, fino ad arrivare ai tempi più sostenuti
racchiusi nella parte finale del pezzo. Le successive The Damage Is Done e Better Living Thru Anarchy abbandonano di poco i lidi prog e le soluzioni più
articolate dell’opener, per lasciare largo spazio a partiture semplici e ai cori
altamente melodici sempre presenti sui refrain. The Hard Way, la seconda suite
presente sul disco, torna a rendere l’ascolto leggermente più impegnativo grazie
alla sua lunghezza decisamente consistente (quattordici minuti circa di durata)
ed ai vari cambi di tempo e di umori che si alternano continuamente al suo
interno. Sul finire, il livello qualitativo dei pezzi non accenna minimamente a
calare: i refrain più immediati e coinvolgenti di Vanity e le sfuriate
elettriche della dirompente A Different World deviano nettamente verso
coordinate stilistiche più hard rock oriented, ribadendo nel migliore dei modi
quel concetto di semplicità unita ad efficacia proposto sino ad ora. Il gran
finale viene affidato alla ballad All I See Is Gray, traccia caratterizzata da
un tappeto sonoro cullante e distensivo ricreato elegantemente dalle chitarre
acustiche, con in aggiunta quelle orchestrazioni maestose che caratterizzano
l’intera produzione.

Non avanzano la pretesa di voler rivoluzionare l’intero genere del prog rock,
ma bisogna ammettere che i Jaugernaut (o meglio, il solo Jim Johnston) riescono
perfettamente a prendere in mano le lezioni dei maestri e ad interpretarle con
una buona dose di classe e personalità. È veramente difficile non farsi
conquistare dalla bellezza di ogni singola canzone presente in Contra-Mantra,
grazie sopratutto ad una componente melodica semplice e azzeccata che riesce a
rendere il disco in questione convincente e coinvolgente sin dal primo ascolto.
Prodotti di questo livello non fanno altro che confermare quello che è
l’ottimo stato di salute del genere in questione. Godiamocelo tutto nell’attesa
di veder arrivare il prossimo capitolo, sperando che non sia in un giorno troppo
lontano.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

Tracklist:

01 Anthem
02 The Damage Is Done
03 Better Living Thru Anarchy
04 The Hard Way
05 Vanity
06 A Different World
07 All I See Is Gray

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