Recensione: Controluce
Ultimamente il caso vuole che mi imbatta in recensioni legate a sonorità antiche e, purtroppo, troppo spesso dimenticate, proprio là dove il rock ha le proprie radici. Mi sto riferendo ovviamente all’età dell’oro della musica che tutti noi amiamo, cioè gli anni settanta, e le recensioni alle quali facevo riferimento sono Toad, Black Widow e, appunto, Juglans Regia. Ovviamente il periodo aureo dell’HM rimane quello degli invincibili anni ottanta, ma in questa recensione sto scrivendo di hard rock e non di heavy metal.
Fin dal primo ascolto di Controluce, ultima release degli italiani Juglans Regia, sono tornate alla mia memoria sensazioni legate al progressive rock dei seventies, in particolare i momenti più duri di band come Balletto di Bronzo, Jacula e Biglietto per l’Inferno. Dopo ripetuti ascolti, il profumo delle sonorità legate agli anni settanta non se ne sono andate, si sono attenuate, questo si ma, almeno per chi scrive, rimangono saldate indissolubilmente a questo ultimo capitolo discografico del gruppo fiorentino. Juglans Regia è un progetto musicale che nasce già nel lontano 1992, inizialmente con il monicker di Raising Fear, anche se in quegli anni le influenze erano dipendenti dalla Nwobhm inglese. La successiva scelta di cantare in italiano ha modificato il nome in Juglans Regia, (dal latino “noce reale”) e con questa denominazione i nostri hanno sfornato una quantità ragguardevole di demo tape fino ad arrivare al primo Cd vero e proprio nel 2002 dal titolo Prisma.
Dal giugno di quest’anno è disponibile Controluce. L’influenza prog si ritrova in tutte le sei tracce contenute nel Cd, anche se si passa da episodi con chitarre granitiche belle piene e dure come “Il Prossimo Errore” e “L’ultimo Respiro” a brani più cadenzati e d’atmosfera come “Magnifica Ossessione”. Discorso a parte per “Riflessi” e “Quel che sembra…”, canzoni rock oriented nel senso più generale del termine, dove il cantato del singer Alessandro Parigi si muove in modo sinuoso fra i riff settantiani di Antonello Collini. L’ultima traccia presa in esame, non a caso, è “Il Vento”: ben dodici minuti di viaggi infiniti fra le note del pentagramma che dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, di quale pasta siano fatti i Juglans. Da rimarcare l’alta qualità della confezione a partire dall’artwork fino ad arrivare alle foto lacustri interne al booklet. Se siete amanti di musica un po’ difficile e ricercata, nonché invasati di prog rock robusto, non perdetevi Controluce: evitiamo, come spesso accade, di snobbare il prodotto interno a discapito della prima boiata ben pubblicizzata proveniente d’oltralpe!
Per chi volesse ordinare il Cd, al prezzo poco più che simbolico di 5 Euro, lo può fare inviando il denaro a: Massimiliano Dionigi, Via A. Pacinotti 4, 50019 Sesto fiorentino (Fi).
E-mail: max@juglansregia.com
1. Il prossimo errore
2. Magnifica ossessione
3. Riflessi
4. Il vento
5. L’ultimo respiro
6. Quel che sembra…