Recensione: Convergence

Di Daniele D'Adamo - 8 Giugno 2024 - 0:00

“Convergence” è l’ultima odissea fantascientifica – la terza in carriera – del trio canadese che risponde al nome di Fractal Generator. Un concept-album nel quale si immagina che avvenga, inaspettata, una contorsione della gravità che coinvolga nel sistema solare nuovi pianeti. Ebbene, “Convergence” cerca di catturare l’essenza di questo sconvolgimento cosmico, esplorando questi nuovi astri viaggiando ai confini del caos.

Confini che si materializzano, pure, per descrivere la musica del disco. Death metal spinto alla massima velocità possibile. Il sound è pazzesco, terremotante, spaventosamente esagerato (‘Ancient Civilizations’). Ricordando per ciò, i norvegesi Myrkskog. Lo sfascio delle membrane timpaniche è assoluto, totale, tale da indurre nell’ascoltatore una mirabile sensazione di trance da hyper-speed. Questo approccio incredibilmente votato alla visionarietà e alla totale annichilazione di tutto ciò che s’incontra per strada, pone i Fractal Generator fra i più devastanti act che s’affaccino sulla Terra.

Il mood dal sapore tecnologico anzi da film di fantascienza è il perfetto legame fra la musica e i testi, convergendo nelle idee che frullano rapidissimamente nelle teste dei tre membri della band, dai nomi non convenzionali: 040118180514, voce e basso, 102119200914, chitarra e voce; 040114090512, batteria. Tre folli fautori di un sound agghiacciante, terrificante, a volte addirittura pauroso (‘Askesis’), arricchito da numerosi inserimenti elettronici, ambient e canti femminili dissonanti (sic!) per calare completamente chi ascolta nell’astronave che risponde al nome di Convergence.

040118180514 (aiutato da 102119200914) disegna le proprie linee vocali con precisione, dando in tal modo vita a un growling non esagerato, in alternanza al classico tono stentoreo emesso a pieni polmoni. La produzione per fortuna è calibrata per mantenere la voce in primo piano, regalando al platter il proprio capitano, il proprio condottiero. In mezzo al marasma – nell’accezione positiva del termine – che scaturisce a fiotti dall’LP, il basso del Nostro resta un po’ in sottofondo, giacché itera il lavoro svolto dalla chitarra per fornire ancora più potenza a quest’ultima.

Restando nel tema, 102119200914 è un axe-man semplicemente raccapricciante. Agghiacciante nell’incessante nonché incredibile emissione di una pioggia elettromagnetica di riff, terrificante sia quando essi hanno un andamento rallentato, sia quando curvano lo spaziotempo grazie alla loro (immaginaria) grande massa. L’intreccio degli accordi è intricato, complicato, mai uguale a se stesso (‘Obelisk’), con che identificando 102119200914 quale chitarrista completo in ogni dove, tecnicamente valido sì da porsi sui migliori interpreti dello scellerato (sotto)genere death.

La propulsione è deputata a 040114090512, drummer capace di spaziare altalenando i più vari BPM, passando da incendiari up-tempo sino a deflagranti ordigni per distruggere la barriera dei blast-beats, liberando enormi quantità di energia da utilizzarsi per il citato viaggio nel caos delle particelle elementari. Un batterista anch’esso dotato di bravura sopraffina, imprescindibile membro per far sì che i Fractal Generator riescano a oltrepassare le massime velocità raggiunte oggigiorno dai rapidi oggetti che solcano l’atmosfera e quindi lo spazio profondo.

In più, il terzetto canadese riesce, non si sa come, a comporre un insieme di canzoni perfettamente leggibili in ogni loro sezione. Il che porta a pensare che esso sia in uno stato di grazia in cui tutto viene bene. Tali song sono adese senza possibilità di distacco allo stile del disco, ma l’impresa di avere ciascuna una propria personalità alza ancora di più l’asticella di un prodotto che senza ombra di dubbio è uno fra i migliori, se non il migliore, del death metal super estremo. L’eccellente talento posseduto dal combo dell’Ontario nel songwriting regala nove brani che non stancano mai giacché ciascuno di essi, possedendo qualcosa di diverso dagli altri, rappresenta una sorpresa non prevedibile a priori. Allontanando definitivamente il rischio di noia e, quindi, dotando “Convergence” di una longevità di tutto rispetto.

Non resta, per chiudere la disamina, che consigliare i Fractal Generator agli amanti delle sensazioni forti se non fortissime. “Convergence”, probabilmente, oggi, è la migliore opera che tratti il death metal oltre la demarcazione delle possibilità umane.

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Fractal Generator

Genere: Death 
Anno: 2023
80