Recensione: Coraçao Enterrado
Attitudine da gangster delle favelas brasiliane e, di conseguenza, passamontagna, machete, catene e motosega rigorosamente insanguinati (come appena tornati da chissà quale genere di efferatezza o usciti dal classico film splatter o d’exploitation), unita a una musica violenta a cavallo tra thrash e grind, resa omogenea grazie ad un tocco di crustcore: questa la formula messa in atto dal trio italo-brasiliano degli Amassado.
Si formano nel 2008 avendo alle spalle precedenti esperienze in studio e dal vivo (il chitarrista X-COC, ad esempio, milita anche nei The Modern Age Slavery) e, in effetti, dimostrano sufficiente sicurezza e una certa quadratura. Le principali fonti d’ispirazione, per loro stessa ammissione, sono i vari progetti di Dino Cazares e di Max Cavalera come i Brujeria, gli Asesino o i Nailbomb -non solo dal punto di vista musicale. A differenza dei primi due gruppi citati, però, gli Amassado e più in particolare il loro frontman Suron Caspàr, non usano lo spagnolo per comporre i propri testi, bensì il portoghese, lingua madre di quest’ultimo, con uno stile che può ricordare talvolta quello di Gordo dei Ratos De Porâo. Dopo aver siglato un contratto con la label californiana Felony1 Records nel 2009, si ripresentano l’anno successivo con il primo full-length: “Coraçao Enterrado”.
Ai Nostri non interessa minimamente fare della personalità e della ricercatezza il proprio cavallo di battaglia e, dopo un breve intro parlato/gridato (“Fala Agora”), partono all’assalto frontalmente, senza sconti o mezze misure, con “Garganta Cortada”. Presente la partenza di “Wasting Away” dei Nailbomb? Ecco, non siamo molto distanti. Certo, non tutti possono permettersi di annoverare tra le proprie fila un martello pneumatico come Igor Cavalera (ospite in quella canzone), ma il buon chitarrista X-COC si difende abbastanza bene anche dietro alle pelli –anche se per il futuro converrà valutare l’ipotesi di assumere un batterista a tempo pieno. Altro intermezzo parlato (quasi una costante) e di nuovo a testa bassa con “Amassado” coinvolgente brano dal piglio crust nel quale riecheggiano i cechi Malignant Tumor. Brano sicuramente divertente dal vivo e ritornello da urlare in coro. Arpeggio di sottofondo e una probabile lite coniugale introducono “Puta”, una scheggia impazzita dai chiari connotati grind e un refrain che vi farà scapocciare con il suo potente e irriverente break down. Pressappoco sulla stessa lunghezza d’onda delle canzoni precedenti anche il trittico “Tiroteio Assassino”, “Ali Tem A Saida” e “Amazonia”: dirette, brevi e letali (e qualche inserto campionato), seguendo le linee guida tracciate da Brujeria e Asesino in particolar modo nei riff di chitarra, ora in palm-muting ora lasciati aperti. Dopodiché si passa alla classica cover che non ti aspetti e cioè “Phobia” dei Kreator (da “Outcast”, 1997), titolo qui modificato in “Fobia”. Bisogna dire che il combo reggiano è riuscito a ripresentarla in maniera sufficientemente personale (nel senso che si amalgama bene nell’album), sebbene Caspàr sembri leggermente in affanno a cimentarsi con i rabbiosi vocalizzi sulla strofa di Mille Petrozza. Qualche richiamo ai Machine Head su “Sombras Do Esqueiro” e conclusione affidata alla tellurica “Lobotomizado” che ritorna su sonorità vicine al grindcore. Buono il lavoro della sezione ritmica, se del batterista abbiamo già parlato, focalizziamoci ora sull’apporto di Jairo Vasquez al basso: suono ben definito (prendiamo ad esempio “Ali Tem A Saida” o “Amassado”) e presenza costante. Rimane solo “Boca Calada” ultima traccia non musicale del lotto, caratterizzata da una sciagurata visita da un qualche folle dentista.
Insomma, un buon debutto questo “Coraçao Enterrado” a dispetto di alcune pecche, oltre a quelle già evidenziate (cui peraltro gli Amassado potranno porre rimedio senza grossi problemi), come la mancanza di soli di chitarra anche brevi e taglienti e la durata un po’ ridotta del CD (se si considerano i vari intro, outro e simili) per un totale di meno di trenta minuti. Un album onesto e diretto (sarebbe interessante testarne l’efficacia in versione live), composto con l’intenzione di divertire e di non prendersi troppo sul serio: con un pizzico d’ingenuità.
Orso “Orso 80” Comellini
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Tracce:
1. Fala Agora 0:33
2. Garganta Cortada 3:12
3. Amassado 2:30
4. Puta 2:40
5. Tiroteio Assassino 2:32
6. Ali Tem A Saida 1:44
7. Amazonia 3:38
8. Fobia 3:24
9. Sombras Do Esqueiro 2:54
10. Lobotomizado 3:06
11. Boca Calada 2:12
Durata 28 min.
Formazione:
Suron Caspàr – Voce
X-COC – Chitarra, Batteria
Jairo Vasquez – Basso