Recensione: Countdown
Secondo EP in cinque anni di carriera per gli algerini Silent Obsession, autori con “Countdown” di un mini disco di tre tracce, di cui una intro, dalle caratteristiche ben definite. Si tratta infatti di un disco che bilancia costantemente un approccio thrash a quell più death di matrice Carcass. Sono molti gli spunti interessanti proposti dal quartetto (una sola mente dietro la band, tre musicisti ed in più un paio di session a supporto), a partire dai cambi di ritmo e da una chitarra ‘azzeccariff’ assai brillante. Cosa manca? Tutto il resto: forma canzone, suoni, melodia, sezioni soliste ben studiate per dar firma al lavoro, ma sopratutto manca impatto che, per come impostato l’aspetto compositivo, viene solamente percepito dalla qualità, come già detto, di alcune idee, ma non concretizzate da Max Marginal e soci. E tutto il mixxaggio adottato di certo non rema della direzione della qualità.
Il disco esce in forma indipendente, forse con la speranza di catturare qualcuno in grado di vedere lontano nel caso decidesse di scritturare il gruppo. Al momento, e spero di sbagliarmi, la vedo assai dura. Se qui non ci si imposta per bene in sala prove il Countdown non sarà per il successo, ma per la fine assoluta dei Silent Obsession.
Nicola Furlan