Recensione: Crac

Di Keledan - 13 Giugno 2003 - 0:00
Crac
Band: Area
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 1975
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
100

Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi, Giampaolo Tofani, Demetrio Stratos.
Cinque nomi per un gruppo, gli Area, che ha fatto la storia della musica contemporanea italiana. Talmente avanti coi tempi da risultare progressivi e sperimentali anche al giorno d’oggi, capaci di comporre dando un senso preciso a ogni parola, ogni suono e persino alle copertine, sempre ricche di ricercati simbolismi.
Poco definibili e classificabili, partirono dal pop, dal jazz, dalla prima musica elettronica lungo un cammino che li ha portati a superare i limiti della musica dei loro tempi, fornendo musicalità ai rumori più impensabili e trasformando in suono ogni idea e pensiero.

A livello di tecnica musicale stiamo parlando di musicisti che hanno lasciato il segno, ognuno eccellente nell’uso di più strumenti, un percussionista/batterista a dir poco virtuoso, il compianto Capiozzo; un pianista/tastierista eccezionale come Fariselli; lo stile e la forza espressiva di Tavolazzi al contrabbasso (e trombone!); l’eclettico chitarrista Tofani, che passava dalle chitarre acustiche ed elettriche a organo, percussioni e fiati.

Dietro le quinte operava Gianni Sassi, detto Frankenstein, grafico e art director, produttore, fondatore dell’etichetta Cramps e, allo stesso tempo, autore dei testi.

Dulcis in fundo, colui che da molti è stato definito la migliore voce del ventesimo secolo. Un uomo il cui corpo era cosa unica con il canto, interprete eccezionale, dotato di una voce bella e potente, con un’estensione da far venire i brividi e una tecnica epocale.
Allievo della scuola di John Cage, sperimentatore vocale settantiano, Demetrio imparò presto a padroneggiare la diplofonia (o difonia), fino a diventare il primo al mondo a cantare addirittura in quadrifonia, ossia producendo contemporaneamente 4 suoni distinti con la voce.

Le sue doti ultra umane sono immortalate negli album solisti, full lenght di sola voce portata agli estremi delle capacità umane (tra gli altri, Metrodora e Cantare La Voce), con acuti che arrivano a frequenze di 7000 Hertz.

Nonostante la maggior parte dei critici e degli appassionati identifichi in “Arbeit Macht Frei” (1973 – Cramps), il loro primo lavoro, il miglior disco progressive italiano dei settanta, a mio parere è in “Crac!” che gli Area creano il loro miglior sound di sempre. Coesione e sinergia ai massimi livelli, canzoni destinate a diventare slogan generazionali, come la memorabile “Gioia e Rivoluzione”, si fondono alla sperimentazione e agli usuali spunti jazz di gran classe.

L’album si apre con un uno-due da KO, per prima “L’Elefante Bianco”, una sferzata energetica e ubriacante, ennesima dimostrazione di tecnica individuale eccellente. A seguire “La mela di Odessa” un pezzo fantastico, un viaggio psichedelico tra fiaba e metafora.

I pezzi strumentali sono tutti affascinanti e ricchi di stile, ma la consapevolezza che una voce come quella di Stratos si annidi tra le piste del disco per non uscirne che in rare occasioni causa una frustrazione difficile da descrivere. Non era insolito per gli Area comporre brani nei quali la voce/strumento di Demetrio si incastonasse solo per pochi secondi, come a eseguire un assolo, per averne un’idea basti ascoltare “Megalopoli” e l’escursus attorno al jazz “Nervi Scoperti”.

“Gioia e Rivoluzione” è un inno, stupenda per versi e musica, inarrivabile connubio di melodia e ideologia. Quell’ideologia che tenne gli Area ben lontani da radio e TV di stato, infatti è proprio la “censura” che ha perseguitato il gruppo che ne ha impedito la pieno diffusione; come se a perderci fossero i musicisti…  Come diceva Stratos, gli Area suonavano musica per tutti, l’elitarismo era un concetto da loro molto distante, definiva la loro musica “fusione internazionalista”.

“Implosion” è ua strumentale dalla struggente armosfera, bagnata di sporadici suoni elettronici e galvanizzata da una vena di basso a dir poco psichedelica.

“Area 5” conclude il disco all’insegna dei giochi con la voce di Demetrio, che lascia la sua personalissima firma in calce a questo capolavoro.

Come ogni virtuosismo di Stratos, può piacere o meno, ma chiunque pensi di essere un cantante dovrebbe ascoltare almeno una volta le acrobazie stilistiche del Greco nato in Egitto, stabilitosi in Italia, morto a New York. Un esempio di artista senza limiti e senza frontiere, un corpo vibrante alla ricerca del suono, uno che assieme ai suoi compagni ha dato una serie di mazzate alla base di un sistema ammuffito e coperto di ragnatele. Che purtroppo si sono riformate ben presto.

Gli Area sono il gruppo che più di ogni altro ha meritato l’appellativo di “progressive”, non solo per la musica ma anche per gli spettacoli e l’attitudine. Le distribuzioni di mele ai concerti e le sale buie illuminate dalla band con torce elettriche sono passate alla storia, così come le esibizioni con artisti di ogni etnia e provenienza, fino ai fischi per l’eccesso di sperimentazione.

Il loro impegno politico che li ha, da un certo punto di vista, danneggiati, ci fa comprendere quanto fosse sincera la loro espressione di artisti totali. Gli Area non si interpretavano come produttori di un bene di consumo bensì come fruitori di un mezzo di comunicazione universale, quella musica che in troppi invece usavano e usano tuttora solo come mezzo per guadagnare soldi senza faticare troppo.

In definitiva, procuratevi questo album, ascoltatelo e fatelo ascoltare.

Elenco dei brani:

1. L’elefante bianco
2. La mela di Odessa
3. Megalopoli
4. Nervi scoperti
5. Gioia e rivoluzione
6. Implosione
7. Area 5

Roberto ‘Keledan’ Buonanno

In memoria di Demetrio Stratos e di Giulio Capiozzo.

Ultimi album di Area

Band: Area
Genere: Prog Rock 
Anno: 1973
100
Band: Area
Genere: Prog Rock 
Anno: 1975
100
Band: Area
Genere: Prog Rock 
Anno: 1976
87