Recensione: Create, don’t be a slave
Un demo come quello dei presenti Shoreborn raramente arriva tra le
mani: vuoi perché le limitate risorse economiche da sempre caratterizzano ed
influenzano i prodotti underground, vuoi perché l’inesperienza è spesso il
primo aspetto visibile in lavori ricchi di speranze ma che costituiscono un
punto di partenza da sviluppare.
Ma Create, Don’t Be a Slave è un punto di arrivo: per un
gruppo che ha solo due demo all’attivo ma che suona già come una band di
professionisti. Lo stile miscela un death tecnico e melodico, ricco di influenze
esterne al mondo del metal – anche se più che la musica classica citata dalla
band io parlerei di jazz, soprattutto per quanto concerne la sezione ritmica – e
pesanti influssi di heavy classico. Una produzione cristallina ottenuta presso i
16th Cellar Studio di Stefano Morabito fa sì che la grandissima cura per gli
arrangiamenti venga enfatizzata nel modo giusto; anche per quanto riguarda il
mixaggio siamo di fronte ad un prodotto al 100% professionale, con la giusta
ripartizione dei volumi e del rilievo dato ai singoli strumenti.
Tutto questo senza tralasciare però l’elemento più importante, la musica:
cinque tracce mature, articolate e davvero degne di finire presto su una release
ufficiale per conto di un’etichetta. Il quartetto laziale dà il meglio di sé
nella pause, a mio modo di vedere, come i momenti più lenti di Hatespring
o di Blood Irrigator, ma li sa dosare alla perfezione con le ripartenze
in stile svedese; attenti però, la formula scelta dagli Shoreborn
insaporisce di molto la minestra ormai stantia proveniente da Gothenburg (anzi,
ormai da un po’ tutto il mondo, non ultimi gli USA ed il loro cosiddetto “metalcore”…).
Un demo difficile da criticare, se non vogliamo fare i puntigliosi ed
addebitare qualche ingenuità qua e là appena percettibile; più che altro
qualche arrangiamento di un soffio fuori luogo. Volete un consiglio? Cercateli,
scaricate magari un loro sample dal sito ed acquistate il loro demo prima che
vada esaurito: uno dei prodotti più maturi mai usciti dal sottobosco death
melodico italiano.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Contatti:
URL – www.shoreborn.com
E-mail – shoreborn@shoreborn.com
Tracklist:
1. Hatespring
2. Create, don’t be a slave
3. Blood irrigator
4. Withered
5. Leech man