Recensione: Created 4 Self-Destruction
Gli altoatesini Anguish Force approdano al quarto full length della carriera – non conteggiando il recente RRR 1988-1997, una raccolta rivisitata di brani inediti del passato – e al secondo sotto l’egida della My Graveyard Productions, eroica etichetta che continua a credere nelle potenzialità dell’HM ortodosso made in Italy, come in questo caso, ma anche per decine di altri. Rispetto al disco precedente, Invincibile Imperium Italicvm, balza subito all’orecchio il cambiamento di passo della produzione, che finalmente rende sufficiente giustizia ai Nostri. L’attitudine della band è chiaramente defender, senza fronzoli né concessioni, come dimostrato in passato.
Created 4 Self-Destruction si apre con The Final Impact, un pezzo strumentale che lascia poco spazio all’immaginazione e vive di ritmiche serrate, esattamente come il brano successivo, Created For Self–Destruction – con il “For” al posto del “4” -, una mazzata in chiave Thrash’N’Speed vagamente a la Exciter che funge da corposo antipasto a quanto segue. Più di un passaggio richiama la somiglianza fra la voce di Giovanni Callegari aka Johnny Thunder con quella di Marco Spinelli, primo singer dei Vanexa. Babylon, dal grandissimo hook nonostante l’interpretazione volutamente lagnosa post sbronza da parte del singer, unita alla violenza di marca Overkill prima maniera, colpisce nel segno e inevitabilmente il ditino preme, in sequenza << e poi il tasto Play di nuovo, a suggellare l’highlight del disco. Un notevole arpeggio melodico introduce World of Wars, ovvero la lezione e la pesantezza dei Manowar traslata sulle sponde dell’Isarco. Notevole il coro, che si stampa nel cervello e non esce più per qualche ora.
Nuclear Penalty parte con il piede a fondo sull’acceleratore e la musica non cambia fino alla fine, fra crescendo epici di gran presa e schitarrate affilate come rasoi. La calma dopo la tempesta si chiama Hkcainos (Cassandra’s Reign), un pezzo scritto direttamente nel Valhalla che gode di cambi di tempo eroici in precisa sequenza, fra le stoccate assassine del basso di Robousis e la inaspettata vena melodica del cantante. Sedici minuti e mezzo di HM epico che dovrebbero insegnare a chi ha contribuito a diffondere il verbo nei tempi andati a guardarsi, ogni tanto, all’indietro, e ripescare la vena ormai smarrita… Gli Anguish Force si divertono a scimmiottare l’Happy Power a la tedesca con la simpatica e ben riuscita Cry, Gaia Cry, dal refrain incontenibile. La vena rock’n’roll in salsa Sodom dei Nostri esplode in Don’t Stop Cryin’ (for the Rain) poi è ancora speed metal secondo la lezione degli Agent Steel in Apocalypse is Near e la finale 2035: the End of the World chiude fra le note di un cantato sguaiato e un impianto canzone in salsa Helloween dei primordi. Da pelle d’oca i riffoni di LGD intorno al terzo minuto di durata.
Created 4 Self-Destruction è un monolite di metallo che fa della violenza primordiale il proprio caposaldo, suona rozzo ma tremendamente vero e arrabbiato, con tutti i limiti del caso, come capitava un tempo da parte delle band ortodosse assetate di sangue che sgomitavano nella giungla dell’underground. Evidentemente lacca, taroccate varie e paillettes non sono di casa in quel di Atzwang. Gli Anguish Force riescono con quest’ultima fatica discografica a incidere sulla “stecca” della Loro carriera un incavo che segna un sensibile passo avanti sia a livello di songwriting che di interpretazione. Restano da migliorare le sfumature, che spesso sono quelle che decretano il salto di qualità, a partire dalla voce di Callegari. Va sottolineato che comunque i cinque defender provenienti dai dintorni di Renon suonano naturali e genuini, come lo speck dei contadini di quelle parti. E questo va assolutamente riconosciuto.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. The Final Impact
2. Created for Self – Destruction
3. Babylon
4. World of Wars
5. Nuclear Penalty
6. Hkcainos (Cassandra’s Reign)
7. Cry, Gaia Cry
8. Don’t Stop Cryin’ (for the Rain)
9. Apocalypse is Near
10. 2035: the End of the World
Line-up:
Johnny Thunder (Giovanni Callegari) – Vocals
LGD (Luigi Guarino D.) – Guitar
Danny Hendrix – Guitar
Robousis – Bass
Samoth Clervin – Drums