Recensione: Crimson II

Di Alberto Fittarelli - 26 Ottobre 2003 - 0:00
Crimson II
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Anno: 2003
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90

Incredibile, questo è l’unico termine appropriato per un artista come Dan Swano: eclettico musicista, protagonista con gruppi diversissimi (andate a riscoprire il suo progetto Nightingale, magari partendo dalla recensione fatta su Truemetal) di vere e proprie colonne portanti del metal, estremo e non; produttore e scopritore di (allora) giovani talenti come i Novembre, di cui conosciamo poi la fulgida carriera; e responsabile, con i soli Edge of Sanity, di alcuni tra gli episodi discografici artisticamente più importanti mai giuntici dalla Svezia, sua terra natìa.

Questa band ha costituito per molti death metallers una vera e propria iniziazione verso un lato più articolato ed allo stesso tempo melodico di questo tipo di musica, con album eterogenei e sempre sorprendenti (almeno finchè il nostro Dan ne è stato partecipe): su tutti la perla Crimson, disco costituito da un’unica canzone di circa 40 minuti, una suite impressionante dove tutte le capacità compositive di Swano e compagni erano portate all’estremo per creare una vero e proprio esempio d’arte, di avanguardia estrema. E’ assolutamente difficile, infatti, per i canoni del death metal, affascinare e mantenere una sensazione di impatto accentuato spalmando le note, i ritmi, le melodie su un lungo solco di decine di minuti: ma Crimson riusciva negli intenti, spaziando tra i generi con la massima fluidità, senza mai cali d’ispirazione, e determinando nell’ascoltatore un fortissimo “effetto vortice”; nulla a che vedere coi postumi da sbronza, semplicemente ci si immergeva in un mondo fantastico (e qui vi invito a rileggervi le lyrics del disco) e se ne usciva alla fine dell’album senza la minima spossatezza, con l’aura della musica che faticava ad abbandonarci la mente.

Bene, Crimson II è, sin dal titolo, la degna prosecuzione di quel capolavoro: lasciate da parte non solo le collaborazioni eccellenti con personaggi come Mikael degli Opeth, ma anche la stessa compagnia di qualsiasi altro musicista, Dan ci si ripropone in veste del tutto solista, lasciando trasparire la sua personalità in un’immagine stereoscopica, completa, abbagliante. Quest’album è un viaggio, uno sguardo a 360° su quanto di meglio possa offrirci il metal, sia esso estremo o misto a sonorità progressive, quelle tanto care a Swano da dedicarvi interi progetti o anche solo importanti parti nelle proprie produzione death metal (pensate agli schizoidi Pan-Thy-Monium): il tutto viene amalgamato, come sempre, alla perfezione, per la creazione di un affresco che, nel suo insieme, non ha praticamente nessuna tonalità sbagliata.

E’ difficile per me andare a ripescare i singoli momenti di un disco da analizzare in maniera unitaria, e che tra l’altro possiedo senza la divisione in capitoli che lo stesso Swano ne ha fatto sulle copie in commercio: sappiate però che in esso troverete parti nuove frammiste ad altre più vecchie, rimandi continui alla carriera della band ed al capitolo precedente della saga ‘cremisi’; è molto aumentato, in termini quantitativi, l’uso delle parti melodiche ed acustiche, dove la voce di Dan si fa calda e suadente, fino a rasentare, in certi episodi, l’hard rock puro. Ma allo stesso tempo le sezioni death metal (che vanno a ricoprire tutta l’anima estrema del disco, facendo sparire le tentazioni black) sono più rocciose, meglio definite e ricordano, se proprio vogliamo essere maliziosi, qualcosa anche dei Bloodbath

Insomma, Crimson II è molte cose in un tutt’uno: il seguito ideale di un capolavoro, il sunto di una carriera senza (quasi) pecche, la degna conclusione dell’avventura Edge of Sanity (non verranno mai più pubblicati album con questo monicker, a quanto pare), ma soprattutto lo specchio fedele della creatività di uno dei maggiori artisti mai usciti dalla Scandinavia intera: un musicista con i suoi alti e bassi, come tutti gli esseri umani, ma che ha saputo costantemente distaccarsi dalla massa e produrre solo dischi del tutto personali, immediatamente riferibili a lui.
Un album forse difficile da digerire, se non dopo ripetuti ascolti, ma che sarebbe davvero un delitto perdersi.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1.   The Forbidden Words   
2.   Incantation  
3.   Passage Of Time   
4.   The Silent Threat   
5.   Achilles Heel   
6.   Convenant Of Souls   
7.   Face To Face 
8.   Disintegration  
9.   Aftermath

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Genere:
Anno: 2003
90