Recensione: Crógacht
In quindici anni circa di carriera, i Suidakra si sono sempre
contraddistinti non tanto per la proposta musicale adottata, ma piuttosto per
una serie di dischi onesti, suonati con il cuore e sempre su buoni livelli
qualitativi. A tre anni di distanza dal fortunato Caledonia, la band tedesca, rimasta orfana del secondo chitarrista
Marcel
Schoenen, dimostra comunque di essere più in forma che mai con Crógacht, il nono
studio
album ufficiale edito dalla Wacken Records.
Ed ecco qui Crógacht, lavoro che racchiude al suo interno un
interessante concept sulla mitologia irlandese, ispirato alle gesta dell’eroe
Cuchulainn. Album nato dalla collaborazione con l’artista grafico Kris
Verwimp, il quale, come spiega Arkadius nell’intervista relativa, si
è occupato di tutta la fase di trascrizione dei testi. Per quanto riguarda il
sound contenuto al suo interno, si tratta di un sostanziale avvicinamento a lidi
più folk-oriented, senza però tralasciare le sfuriate death che
contraddistinguevano il precedente Caledonia, e rimanendo comunque
fedele ai classici stilemi che la band tedesca adotta da quindici anni a questa
parte.
Il vero e proprio punto di forza del disco sta sopratutto nelle melodie,
semplici, lineari e facili da memorizzare sin dal primo ascolto, sopratutto per
quanto riguarda gli stacchi acustici dal netto sapore folk, i quali si alternano
continuamente con sfuriate più elettriche e rabbiose. Insomma, quella che ci
troviamo di fronte è una tracklist piuttosto varia e ben bilanciata fra brani
aggressivi e parti più riflessive guidate dall’utilizzo delle chitarre
acustiche; nel primo caso, ci sono da citare l’iniziale Conlaoch e
la dirompente Scáthach, entrambe caratterizzate sopratutto dal
ritorno in grande stile della cornamusa. Mentre il ruolo di protagoniste
assolute spetta sicuramente all’epico incedere della battagliera Isle Of Skye
ed a Feats Of War, splendido interludio acustico, quest’ultimo, in
cui troviamo la presenza d’inserti di voce femminile, seguito a ruota dalle
violente bordate di Shattering Swords e dalle aperture
sinfoniche della travolgente Gilded Oars. Come sempre ottimo
l’operato di tutti i componenti del gruppo, con in primo piano lo scream
rabbioso del frontman Arkadius, il quale per l’occasione, a causa
dell’assenza di Schoenen, si occupa anche delle parti di voce pulita,
dimostrando di trovarsi a proprio agio anche in questo ruolo piuttosto atipico.
Prodotto piuttosto valido anche questo Crógacht quindi, che
prosegue in parte il discorso lasciato in sospeso con Caledonia,
risultando però essere di gran lunga più coinvolgente, ben strutturato, grazie
sopratutto ad un gusto melodico che convince in pieno. Anche in questa
occasione, i Suidakra restano capaci di dimostrare quello che è il
proprio valore compositivo/esecutivo, senza pretendere di stupire, ma dando
comunque alla luce un lavoro ben confezionato e godibile nella sua interezza
anche dopo svariati ascolti.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 Slán
02 Conlaoch
03 Isle Of Skye
04 Scáthach
05 Feats Of War
06 Shattering Swords
07 Ár Nasc Fola
08 Gilded Oars
09 Baile’s Strand