Recensione: Cross Your Fingers
Disco d’esordio per gli Eat the Gun, quartetto dalla residenza tedesca ma dal sound americano.
Purtroppo per noi degli stilemi a stelle e strisce gli Eat the Gun hanno preso quelli più recenti e più contaminati, e così le idee di hard rock d’annata si perdono tra una produzione a tratti quasi nauseante e contaminazioni contemporanee che non possono che scontentare gli amanti dell’hard rock più genuino.
Ogni tanto le chitarre sembrano voler risvegliare un che di Motley Crue, ma basta aspettare qualche secondo per vedere tutto rovinato da scelte stilistiche che vanno a minare tutto il possibile valore carismatico dei brani. Esempi di buone idee fagocitate da tanto (troppo) modernismo sono per esempio Glorious Time, Big Shot e Red-Light Teaser. Soprattutto quest’ultima avrebbe nel proprio dna alcune intuizioni discrete ma la possibile carica del brano viene messa da parte per fare spazio all’ibridazione di nuovo millennio.
Peccato, perché sotto una scorza ruffiana e contemporanea questi ragazzi avrebbero probabilmente le capacità per fare meglio. L’accoppiata di fine disco lo dimostra: l’ultima Sweet Lorraine mette in luce un buon incrocio tra rock’n’roll, punk rock settantiano e glam; mentre la precedente ballad Slaves to Freedom lascia intendere che anche nel campo dei lenti la band non si trova completamente sprovveduta.
La copertina non lasciava presagire niente di buono, e anzi sembrava voler già mettere in guardia su un sound meticcio figlio del mercato US. Sarebbe però stato meglio sentire una band incapace piuttosto che dover prendere atto di capacità discrete messe al servizio di queste intenzioni musicali. Peccato.
Tracklist:
01. I’m Broken
02. Life’s a Bitch
03. Livin’ on Dope
04. Glorious Time
05. Me and Myself
06. Black Hearted
07. Get Sleazy
08. Red Light Tease
09. Only The Bad Survive
10. Big Shot
11. Slaves to Freedom
12. Sweet Lorraine
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini