Recensione: Crosscore

Di Daniele D'Adamo - 27 Luglio 2010 - 0:00
Crosscore
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Anno: 2010
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68

La lettera “x”. Rappresentante, per definizione, l’incognita.  
Incognito che sta alla base della filosofia artistico/musicale dei The Way Of Purity.
Tralasciando i proclami lanciati in merito al significato di questo moniker, dalle poche informazioni reperibili prende forma un sestetto trasparente a qualsiasi tentativo di svelare immagine, nome, condizionamento, tendenza e nazionalità. Tanto che sono utilizzati war-name e cappucci per celare l’identità dei membri.
L’unico dato certo, forse, risiede nel fatto che “Crosscore” sia il primo album della carriera, il cui inizio è ovviamente indefinito, del combo svedese.

Detto ciò, la musica.
Musica che è tosta e consistente, matura, dal sapore professionale. Segno inequivocabile che i Nostri non sono dei novellini. Anzi, tenuto conto che l’esecuzione e le fasi successive (missaggio, produzione, ecc.) sono di alto livello, potremmo esser davanti agli «Squallor del death metal» (sic!); nel senso che dietro ai variopinti nick potrebbero celarsi musicisti noti al grande pubblico, perlomeno quello delle frange estreme del metal.
Il genere, difatti, è principalmente cyber-death metal, sul quale sono inseriti – devo ammettere con abilità – meccanismi di fabbricazione industrial, connessi al corpo principale mediante i consolidati campionamenti di taglio futurista. Un esempio di similitudine sia nell’attitudine sia nella musica può trovarsi, con uno sforzo di memoria, nei folli polacchi Iperyt. Del resto è impresa assai ardua trovare qualcosa di simile che possa paragonarsi all’act scandinavo (anche se, come più sotto riportato almeno due insiemi di riferimento, seppur minimo, ci siano). Nonostante i pezzi del rompicapo presi uno a uno non siano rappresentativi di gran novità, messi assieme disegnano un progetto se non originale, sicuramente particolare. In sostanza si trova di tutto, “Crosscore”. Prendendo come riferimenti inamovibili il guitarwork, sempre possente e meccanico («Fear Factory-style»), e lo screaming/growling del vocalis, fortunatamente lineare e costante; il resto rotea come un mulinello attorno al nucleo centrale appena descritto. La sezione ritmica, precisa e pulita, esplora – più o meno – tutte le tipologie di pattern concernenti il death, passando quindi dagli slow-tempo (“Anchored To Suffocation”) ai più furiosi blast-beats. Spesso e volentieri, poi, fa la sua comparsa xDEADgirlx, impegnata a dettare i dogmi su cui sono calibrati i temi del disco. Tali comparse sono ben congegnate: la voce piacevole e calda della vocalist si amalgama alla perfezione con la rudezza del sound.
Per ciò che concerne le canzoni, l’opener “23rd Circle Breeds Pestilence” dimostra immediatamente che, almeno come suono, il combo nordeuropeo non scherza per nulla: una vera e propria mazzata di puro death sui denti! In “Lycanthropy” s’incomincia a intravedere qualche forma estranea all’ortodossia del genere (soprattutto nella finitura delle chitarre), seppur confusa in un tornado di furia cieca; mentre nella già menzionata “Anchored To Suffocation”, fa capolino la melodia, seppur travolta dalle mitragliate di blast-beats. Melodia che esplode, nella migliore tradizione dello swedish death metal, in “The Rise Of Noah”, da ritenersi l’hit, per modo di dire, del CD, tenuto conto, anche, di una congrua fetta di brano cantata in rap (!). Il tutto, rimescolando le carte in tavola per tirar fuori una trovata, un’idea che sia fuori dal consueto. Fissato questo concetto che, a mio parere, dev’essere un’ossessione o quasi per chi si assume la responsabilità della composizione, il resto dei brani percorre, velocemente, la strada maestra. Da segnalare, ancora, la conclusiva “Pure” (ove echeggiano alcune dissonanze «Voivod-style»), particolarmente riuscita nello sviluppo delle armonie.

Come spesso accade, all’aumentare delle variabili stilistiche inserite nel sound, l’equazione che si deve risolvere per trovare e soprattutto mantenere continuo uno stile consistente e personale aumenta di difficoltà. Nel caso di “Crosscore”, i The Way Of Purity riescono a contenere tale difficoltà, mantenendo in ogni caso linearità e logicità fra i pezzi. Un po’ fiacco il songwriting che, escluso per uno/due brani, non mostra un’efficace vena artistica.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. 23rd Circle Breeds Pestilence 2:22
2. Lycanthropy 2:44
3. Anchored To Suffocation 3:08
4. The Rise Of Noah 3:12
5. Loyal Breakdown Of Souls 3:17
6. Sinner 3:11
7. Egoist 3:02
8. Deathwish 2:27
9. Burst 3:07
10. Pure 2:43

Line-up:
xDEADgirlx – Vocals
xDEATHWISHX – Guitar
xWITHOUT NAMEx – Guitar & Vox
xJeffreyx – Bass
xLOST MY FAITHx – Keys & Vox
xWALL OF DEATHx – Drums
 

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