Recensione: Crowned In Hell

Di Daniele D'Adamo - 23 Marzo 2011 - 0:00
Crowned In Hell
Band: Bloodride
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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50

La nascita dei Bloodride, risalente a undici anni fa, coincide con un’alcolica conversazione tenutasi da Niko Karppinen (già membro dei Sentenced) e Petteri Lammassaari (ex Agnus Dei) in occasione di un concerto dei Turisas tenutosi a Helsinki; con l’obiettivo di suonare old school thrash alla maniera dei Testament, Slayer, Anthrax ed Exodus. Dopo un duro periodo di prove, inizia la canonica produzione di lavori atti a dare visibilità al progetto: un primo demo (“Taste of Bloodride”, 2003), un EP (“Bloodridden Disease”, 2004) e un secondo demo (“Promo 2007”, 2007). Il materiale raggiunge lo scopo e quindi, nell’estate del 2009, l’ensemble norvegese entra nei D-studios di Tonmi Lillman (Sinergy, To/Die/For, Ajattara, Vanguard), che registra e missa (Beherit, D-Creation, In Silentio Noctis), per la Violent Journey Records, “Crowned In Hell”, il tanto sospirato debut-album.

Il notevole lasso temporale intercorso fra la formazione del gruppo finlandese e il varo di “Crowned In Hell”, allora, è la migliore spiegazione del perché quest’ultimo appaia come la riesumazione di un’anticaglia, rimessa a nuovo da abili restauratori. Anticaglia poiché il sound prodotto da Jyrki Leskinen ha un deciso sapore di vecchio, di stantìo. Perlomeno, questo è il gusto che rimane in bocca al sottoscritto dopo aver passato qualche giorno in compagnia del disco.
Un sound sospeso fra passato e presente, senza che s’identifichi né con l’uno, né con l’altro; lasciando pertanto con le fauci secche sia i thrasher ortodossi, sia quelli modernisti. La manifattura del CD non si discute: la buona esecuzione dei pezzi e l’altrettanto buona produzione regalano alle nostre orecchie un suono pieno, possente e affilato; perfettamente in linea con quanto proposto dalle migliori uscite di questi ultimi due anni.
Un sound, in più (o meglio, ‘in meno’… ), influenzato in maniera pesante dalle band che i Bloodride stessi citano come muse ispiratrici. In particolare, Niko Karppinen e Teemu Vähäkangas giocano un po’ troppo a fare Kerry King e Jeff Hanneman, arrivando (quasi) allo stesso risultato almeno vent’anni dopo. Se Esa Pennala tira fuori l’anima più metallica del suo basso, differenziandosi – almeno lui – da Tom Araya; messo in coppia con il batterista Petteri Lammassaari cade nuovamente nella ‘trappola-Slayer’, a questo punto evidente nemica mortale dei Nostri.

Non occorre un grande sforzo mentale per comprendre che questi difetti sono più che sufficienti per affossare il lavoro, anche se l’insieme delle song non è così male come si potrebbe pensare ragionando analogamente a quanto poc’anzi fatto per lo stile. Se si riesce a liberare la mente dai pregiudizi che inevitabilmente vi si ficcheranno come chiodi a seguito del primo ascolto del disco, canzoni come “March Of The Dead” possono riuscire a raggiungere una propria dignità artistica. In ciò, giova l’interpretazione vocale di Jyrki Leskinen. Nulla di clamoroso in tutti i casi, ma almeno si ha di fronte una voce segnata da una timbrica che – perlomeno di primo acchito – non rimanda al solito clone di Chuck Billy o di James Hetfield. Altri pezzi come “Promised”, poi, mostrano la già menzionata bravura tecnica dell’ensemble nordeuropeo, preciso e pulito nell’esecuzione anche quando il ritmo si fa più rapido (“Thrown Into Darkness (Unholy War)”).

Altro da scrivere non c’è. I Bloodride pagano il lungo periodo di permanenza nel limbo ove vagano i cercatori del primo contratto discografico. Con che “Crowned In Hell” si rivela un’opera appena nata sì, ma già vecchia e superata.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. There Will Be Blood 0:56        
2. March Of The Dead 4:44        
3. Straight From Hell 4:21        
4. Slave Of Evil 2:37        
5. Cain 3:55        
6. Demon’s Way 3:57        
7. God 4:18        
8. Promised 4:26        
9. Thrown Into Darkness (Unholy War) 3:39    

All tracks 32 min. ca.

Line-up:
Jyrki Leskinen – Vocals
Niko Karppinen – Guitar
Teemu Vähäkangas – Guitar
Esa Pennala – Bass
Petteri Lammassaari – Drums
Guest:
Tapio Wilska (Survivors Zero, Fintroll)
 

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