Recensione: Crushed Under…

Di Giorgio Vicentini - 24 Febbraio 2005 - 0:00
Crushed Under…
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Genere:
Anno: 2005
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65

Non è cosa da poco metabolizzare un disco di questa forgia, non è normale riuscire a sopravvivere ad un monolite così. E’ doveroso invece, cercare di diradare le nebbie fitte che lo circondano: one man band statunitense, progetto parallelo di E.M. Hearst già impegnato nei Wraith of the Ropes, nasce nel 2002 ed annovera tra le proprie fila anche un misterioso collaboratore quale Scarecrow Rottinghouse, mutuato dai già citati Wraith of the Ropes ed impegnato come co-songwriter e backing vocalist in ognuna delle tre release edite dalla band fino ad oggi. 

Crushed Under… è un antipasto, non il vero full lenght che arriverà nel corso del 2005, bensì un EP corposo (45 minuti circa) proponente materiale pubblicato nello split con gli Uncertainty Principle del 2003 della belga Null Records, arricchito d’un macigno finale, “Crushed Under…”, concepito per una compilation doom in audiocassetta mai decollata.
La bio cita ”Surrealistic Doom” ma credo sia più che altro uno spot o un esercizio stilistico perché, trovandosi d’innanzi ad una estremizzazione rarefatta degli elementi funeral doom, ogni nomignolo lascia il tempo che trova. 

E’ come immaginarmi in un mondo assurdo, dove bestioni quali Until Death Overtakes Me ed Esoteric svaporano la loro forma prima di fondersi in un magma minaccioso, il cui unico manifestarsi è la buccia esteriore molto simile al funeral comune ma con un substrato inquietante di suoni, disturbi, venti furiosi e lontani lamenti; un opprimente senso di indefinito.
Quattro mazzate che non mollano la presa se non dopo dieci minuti almeno, cioè la durata media delle track, alternandosi prima marziali e poderose, poi lente e sulfuree ed ancora scoraggianti. Immagini mentali, fotografie da visuali distorte, momenti: un vortice animato e le sue zaffate, che prende corpo gradualmente in un crescendo musicale possente (“Broken by the Wheel”); l’angoscia latente, l’avanzare strisciante d’una creatura che esce vaporosa dal gorgo funereo, un pianoforte cadenzato che perde lucidità nel finale (“Shadow Sect”). Ed io cammino solo, tra fumi, voci, echi indefiniti e bellicosi, lamenti distorti nascosti tra le pieghe dei suoni dilatati di “Mary”, rassicurante soltanto nel nome. Non c’è luce e nemmeno un vero e proprio cantato, il massimo è un rantolo lontano o quello distorto della finale “Crushed Under…”, dai tratti più definiti e meno “ambient” delle precedenti, la più vicina ad eventuali echi metal ma meno oppressa dalla monodimensionalità che la precede, deviata in virtù d’un tocco d’elettronica. Un pezzo più dinamico, elaborato e meno fumoso.

Come chiaro all’ascolto, risalta la diversa ispirazione della band potendone confrontare la produzione plasmata per differenti release. Se i primi tre pezzi restano più ancorati ai dettami dei gruppi ispiratori suddetti, senza tentare particolari sperimentazioni ma proponendone con potenza alcune caratteristiche, l’ultimo svela un altro spessore ed una maggiore sperimentazione, immersa in atmosfere dilaniate. 
Ho parlato di oppressione e di mostruosità ma non di noia. Non si tratta certamente di musica per una festa tra amici, ma si potrebbe rimanere stranamente stupiti da cotanta pachidermia che ci accompagna senza brutture, in una forma corposa ma ben dosata. Il classico pastone di nicchia per antonomasia, troppo mostruoso per la maggior parte degli esseri umani normali ma che lascia intravedere importanti capitoli d’evoluzione di sicuro interesse per i patiti, senza strabiliare per una classe cristallina o soluzioni ardite ed innovative, ma più che degno come primo passo di un nuovo corso. 

E’ finito il disco ed io striscio a terra menomato, mi sento solo… Crushed Under… by a Torture Wheel.

Tracklist:
01. Broken By The Wheel
02. Shadow Sect 
03. Mary 
04. Crushed Under…

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Genere:
Anno: 2005
65