Recensione: Crystal Vision
Puntatina al di fuori del tradizionale hard n’heavy che di solito è padrone di queste pagine, per un fuggevole salto nel blues più elettrico e funkeggiante, genere che può essere considerato come una sorta di “cugino”, o se vogliamo, fratello “maggiore” dell’hard rock con il quale ha moltissimi punti di contatto e che, ne sono certo, è parte integrante delle preferenze di numerosi fruitori di musica hard.
Ebbene, immaginate la scena: un qualsiasi locale fumoso e affollato del sud degli Stati Uniti; un giovane di colore imbraccia la sua chitarra e sale sul palco, dopo essersi aggiustato il microfono e dato le ultime indicazioni alla band attacca il suo show, sciorinando con naturalezza una tecnica straordinariamente invidiabile e dispensando note vibranti, polverose e ricche di quel feeling tipico del blues più sanguigno e “ruvido” che con estrema semplicità intrattengono i presenti, i quali, al termine di ogni pezzo tributano la propria approvazione con un sentito e prolungato applauso…
Non stiamo parlando di un prodotto registrato dal vivo ma se l’atmosfera descritta è di vostro gradimento, e pensate che in fondo non vi dispiacerebbe affatto essere seduti tra quel pubblico, questo è un cd che fa sicuramente al caso vostro.
Il mancino Eric Gales, eccelso chitarrista ed ottimo cantante, ricrea infatti in questo disco le tipiche ambientazioni blueseggianti che hanno reso leggendari grandissimi artisti quali Stevie Ray Vaughan, Jeff Healey, B.B. King, e Jimi Hendrix, addizionando il proprio sound con svisate funky ed elettricità hard in una serie di pezzi che sorprendono sin dal primo ascolto per dinamismo e feeling.
Il “tocco” in possesso di Gales è caldo e deciso e fornisce momenti di ottima musica in canzoni molto significative come l’iniziale “Retribution” e le ciondolanti “I Got Me A Woman” e “Freedom From My Demons” (semplicemente splendida), dove lo spettro di Stevie Ray Vaughan aleggia come una presenza palpabile e peristente in due brani da manuale del blues; funky quasi alla Glenn Hughes in “Don’t Want You Hangin’ Around” e “Trouble” con un inizio che un po’ richiama alla mente certe ritmiche di Steve Vai; torrenziale e ritmato hard rock invece nella title track e nella rovente “Plastic Girl”, per dare poi spazio alla cover della sempreverde “Hush”, in una versione leggermente più veloce, ed alla lenta e conclusiva “That’s Just How It Is”, dove i Red Hot Chili Peppers incontrano i toni soffusi dell’AOR in una traccia dal sapore morbido e “rotondo” che chiude stupendamente un cd sinceramente riuscito. Da menzionare, per dovere di completezza, anche la strumentale “Me And My Guitar” , la simpatica “Old School”, spudoratamente di stampo settantiano (sarà quella la Old School a cui fa riferimento il titolo?), e la sincopata e potente “Are You My Friends”, a completare la panoramica sulle dodici tracce che compongono questo “Crystal Vision”.
Che dire, se personaggi del calibro di Carlos Santana ed Eric Clapton hanno citato Gales come uno dei più talentuosi e completi chitarristi emersi negli ultimi anni un motivo in effetti ci sarà, e questo cd ne è la lampante ed inequivocabile dimostrazione.
Consigliato un po’ a tutti, questa è musica che può piacere a prescindere dal genere prediletto, ma farà la felicità di chi adora il rock-blues “torrido” e robusto, suonato con grande professionalità e determinazione e ricco di quel feeling immortale e pieno di passione che sembra davvero non bastare mai.